Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
IL BISCOTTO DELLA SFORTUNA
La cucina giapponese, apprezzata in un primo tempo soprattutto dai giovani, sta conquistando una clientela sempre più ampia.
Nonno Giona, per esempio, un cliente decisamente "ampio" con i suoi centodieci chili distribuiti su una altezza di un metro e novanta, bada più alla quantità del cibo che alla qualità, e del sushi apprezza soprattutto la formula All you can eat. Mangiare tutto quello che riesce pagando poco è per lui una sfida vinta in partenza.
Giona è sempre stato la classica "buona forchetta". Da ragazzo si faceva chiamare Giò (Giona era un nome troppo altisonante, biblico, e ricordava la balena), ma era soprannominato il Man-Giò, per il suo proverbiale appetito e le sue insistenti richieste di bis ad ogni portata dei pranzi di nozze.
Ancora oggi circolano racconti leggendari sulla sua voracità. Sua mamma era costretta a tenere sottochiave le scorte di cibo. Forse perché è alto - diceva - è così difficile riempirlo. Effettivamente Giona non era mai sazio.
Nella pizzeria del quartiere ordinava ogni volta la "otto stagioni rinforzata", e il cameriere sapeva già che doveva portargli due pizze quattro stagioni ben condite, che divorava una dopo l'altra. Nelle trattorie fuori porta, dopo il bis di gnocchi del camionista, due cotolette alla milanese con patate, tagliere di formaggi e dessert, riusciva ancora a finire gli avanzi della sua ragazza, che invece era esile e mangiava come un uccellino.
Anche adesso che ha superato i settanta (settant'anni ben portati, dice, e soprattutto ben mangiati, dicono gli amici), non ha perso il suo formidabile appetito, e vanta ancora una capacità gastrica notevole. I vecchi amici di merende, che invece devono evitare le abbuffate di un tempo per non incorrere nei vari disturbi digestivi tipici dell'età, sono un po' invidiosi, e hanno messo in circolazione la voce che il Giona abbia due stomaci, come i ruminanti.
Nonostante sia un salutista (Giona non fuma, non beve, fa attività fisica ed esegue i controlli medici prescritti), non riesce a controllarsi di fronte al cibo.
Qualche giorno fa ha pranzato per la prima volta al ristorante giapponese con la famiglia. Si è rifiutato di ordinare dal menù: nomi come sashimi, uramaki, temaki non hanno per lui alcun significato collegato in qualche modo al cibo, e si è affidato a figli e nipoti per ordinare le portate. L'importante è che fosse roba commestibile, da consumare in abbondanza, senza preoccuparsi del conto. Si è rifiutato persino di usare le bacchette che lo rallentavano, e ha chiesto che gli portassero le tradizionali posate. E poiché le posate non sono arrivate subito, ha cominciato a ingozzarsi di sushi prendendolo con le mani.
A fine pasto sono arrivati i caffè, corredati di biscotto della fortuna.
Si chiama così il biscotto della tradizione cinese, dalla forma simile a quella di un grosso tortellino croccante, e contenente al posto del ripieno le "fortune", ovvero piccoli pezzi di carta che riportano motti e frasi profetiche o divinatorie.
Ma Giona non lo sapeva, e con il solito entusiasmo ha messo in bocca il biscotto intero e lo ha masticato rapidamente.
Strano - ha farfugliato a bocca piena - questo biscotto sa di carta.
Nel frattempo, gli altri commensali leggevano e scherzavano sulle frasi scritte sui bigliettini.
- Che cosa c'è scritto nel tuo bigliettino, nonno? - voleva sapere il nipotino.
Giona a quel punto ha capito, con un certo imbarazzo, di averlo mangiato, e che non c'era modo di recuperarlo dal suo primo stomaco... Per salvare la faccia di fronte al bambino ha detto:
- C'era scritto "Mangiami, altrimenti avrai tanta sfortuna!". Così... l'ho mangiato.
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Nonna Abeffarda - AC
Biscotti della fortuna
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Norme CEE per il corretto utilizzo: estrarre il biglietto prima di mangiare il biscotto
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Norme CEE per gli ovetti di cioccolato: prima di mangiare l'ovetto scartarlo, romperlo, poi estrarre la sorpresa
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