In questi giorni abbiamo ricevuto valanghe di email sulla presa visione del nuovo Regolamento Europeo n. 679/2016 "GDPR" sulla protezione dei dati personali.

Siamo stati martellati da queste informative, obbligatorie per legge, a tal punto che alcuni malcapitati hanno iniziato a lamentare apprezzabili cedimenti nervosi.

Cosa peggiore è che le comunicazioni erano pressoché identiche fra loro.

Solo Telepass si è particolarmente distinto per i modi garbati, pertanto merita che ne riportiamo l'incipit qui di seguito:

"Caro Cliente,
sappiamo che stai già ricevendo molte mail per gli aggiornamenti delle norme sulla protezione dei dati personali, ma dobbiamo inviarne una anche noi!".
Proprio per tutelare la privacy dei propri clienti la Società Autostrade potrebbe effettuare importanti variazioni per gli utilizzatori di Telepass che, a causa del sistema di rilevazione elettronica, sarebbero eccessivamente controllati in entrata e in uscita violando il principio del Regolamento Europeo.

L'automobilista perderebbe di fatto la propria riservatezza, nero su bianco, nella fattura trimestrale che impietosamente inchioda lo sventurato al proprio tragitto.

Si tratterebbe di modificare il sistema in modo da sostituire i nomi dei caselli in entrata e in uscita con altre località, magari più esotiche, purché aventi la stessa percorrenza.

Se un automobilista percorresse la A4 da Rondissone a Novara, potrebbe trovare in fattura Telepass, ad esempio, l'addebito da Faenza a Rimini, in modo tale che non sia rintracciabile il percorso realmente effettuato, ma paghi lo stesso pedaggio.

In tal modo nessuno, neppure il vicino di casa impiccione, che dovesse ricevere per errore la vostra fattura, potrebbe mai sapere dove avete realmente trascorso il weekend o dove avete tenuto un colloquio di lavoro.

Freddy Marchiori - ACC