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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

UN DUE TRE, LIBERA TUTTI

A quanto sembra, l'uscita dall'isolamento forzato non sarà immediata, ma graduale. Ci sono varie ipotesi su chi potrà uscire prima e chi dopo, ma sono state individuate almeno tre categorie di persone che potranno uscire subito.

I calvi, praticamente gli unici che possano presentarsi al mondo senza dover attendere la riapertura dei barbieri.

Ma ancora prima dei calvi possono uscire i senzatetto, sia perché sono, appunto, senza un tetto, e quindi sono già fuori, sia perché sono "barboni" per definizione, perciò anche loro non necessitano dell'apertura dei barbieri.

Un'altra categoria di privilegiati è quella dei guariti, cioè coloro che hanno superato la malattia e non possono più essere contagiati, né contagiare altri. Finalmente potranno tornare al lavoro, acclamati da tutti, e si ritroveranno oberati di lavoro arretrato da smaltire, e contemporaneamente dovranno accollarsi le attività dei colleghi ancora in quarantena. È probabile che si metteranno in mutua dopo tre giorni.

Per tutti gli altri le uscite potrebbero essere scaglionate, secondo vari criteri.

1 - Criterio per fasce di età: escono prima i giovani, e gli anziani stanno a casa.

Sembra corretto, ma qualcuno ha sollevato obiezioni: ci sono anziani che abitano con i figli (o per meglio dire, ci sono figli che abitano ancora con gli anziani) e questi potrebbero essere cavalli di Troia che portano un esercito di virus dentro le mura di casa.

Ci sono poi anziani assistiti in casa dalle badanti. Si sa che alcune badanti sono sbadate, e al ritorno dalla spesa o dalla visita ai parenti potrebbero lavare il viso del badato senza essersi prima lavate le mani.

Infine ci sono i nonni, i quali, quando tutti riprenderanno a lavorare, dovranno badare ai nipotini, perché, se non loro, chi lo farà? Se i genitori non potevano permettersi la babysitter prima della pandemia, come potrebbero ora? Così, quando i nipotini ritorneranno a scuola o in piscina o a scuola-calcio avremo non solo cavalli, ma elefanti di Troia, ripieni di virus gagliardi e festanti. In questo modo, ai cari anziani che vogliamo proteggere sarebbe recapitata a casa una bella influenza da Covid-19, senza nemmeno averla ordinata online.

2 - Criterio della lettera dell'alfabeto: si esce a giorni alterni, un giorno i cittadini con il cognome che inizia dalla A alla M e l'altro quelli con il cognome dalla N alla Z. Così ci sarà la metà della gente in giro e sarà più facile rispettare le distanze. Naturalmente a chi lavora a giorni alterni lo stipendio sarà accreditato a mesi alterni.

3 - Criterio del sesso debole: dicono che le donne siano più protette dal virus, perciò le lavoratrici dovrebbero uscire prima dei lavoratori. L'unico problema è che, in assenza di attività dei centri estetici e dei parrucchieri, sarà difficile distinguere una lavoratrice da un lavoratore. Perciò, onde evitare scene pietose di fermi e controlli di identità... sessuale, questo criterio è stato al momento accantonato.

Infine occorre pensare alle ormai prossime vacanze. Un'idea che sta circolando parecchio è quella delle spiagge con recinti di plexiglass intorno all'ombrellone. A parte l'effetto lente che il plexiglass crea con il sole (l'abbronzatura sarebbe sostituita da una meno uniforme brasatura), c'è il pericolo che i bimbi (e anche molti adulti distratti), correndo, possano non accorgersi dell'ostacolo trasparente, con le conseguenze dolorose che possiamo immaginare.

I sostenitori di questa soluzione hanno però fatto notare che le barriere di plexiglass ci proteggerebbero dalle insistenze dei vucumprà. I contrari hanno prontamente replicato che le spiagge sarebbero invase dai lavavetri.

Sulla riapertura dei ristoranti sono tutti d'accordo, ma con le opportune protezioni: rispettare la distanza tra i tavoli e indossare le mascherine. Nulla da dire sulle distanze, che, anzi, saranno accolte come una benedizione sia dai camerieri, che nel servire un cliente non rischierebbero più di vuotare il vassoio sulla testa di un altro, sia dai clienti, che non sarebbero più costretti a sentire le insulse telefonate dei commensali del tavolo accanto.

Ma le mascherine? Due le ipotesi. La prima: quando si mangia, le mascherine devono essere tenute appese al collo, così saranno pronte all'uso in caso di colpo di tosse o sternuto, e serviranno anche a raccogliere eventuali sbrodolate di sugo che altrimenti lorderebbero la camicia o la cravatta. La seconda: le mascherine si possono spostare in alto, sulla fronte, così funzionerebbero anche da fascia per capelli, impedendo che questi (lunghi e incolti, dopo due mesi senza parrucchiere) finiscano nel piatto.

Stefania Marello - ACC


Ecco il cliente zero del primo bar aperto che si gode il suo secondo caffé

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