La categoria che ha approfittato maggiormente del lockdown è quella dei filosofi. Si sa che nella vita ci sono due tipi di persone: quelle che lavorano e quelle che rompono gli ammennicoli. Con il fermo dell’economia, i filosofi hanno visto un aumento esponenziale delle iscrizioni al loro albo. Tanto che hanno cominciato a ricollocare alcune persone in campi più redditizi, tipo la virologia, la negoziazione e l’economia. Queste nuove risorse non sono ancora state assunte nei loro rispettivi campi (perché sono ferme le assunzioni), perciò lavorano come esperti consulenti su Facebook. Il principio fondamentale della consulenza afferma che, se sono in ballo tanti soldi nella risoluzione di un problema, conviene prolungare il problema il più a lungo possibile. Possiamo attribuire l'attuale situazione socio-economica e politica mondiale a questo principio.

Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio (anche perché odio tagliare l’erba e lo faccio a casaccio). Ci sono anche dei filosofi che provano gusto a fare la filosofia. A loro basta sapere che stanno riempiendo volumi e volumi di libri, che poi i futuri liceali dovranno studiare. La loro è una motivazione ingenua, vorrebbero cioè prolungare le gioie e la spensieratezza dell’adolescenza, ma l’unico risultato che ottengono è quello di fossilizzare i dubbi e i dolori esistenziali degli adolescenti, facendone degli adolescenti per l'eternità.

Tuttavia, non possiamo prendercela con i filosofi. Qualcosa di utile hanno fatto anche loro. Per esempio, la mia professoressa di filosofia al 2° anno di liceo era una gran bella gnocca, e ciò era sicuramente positivo per la vista. E non c’era niente di più divertente che vedere due alunne innamorate dello stesso ragazzo (non di me, purtroppo), che, guarda caso, avevano il ciclo allo stesso momento, mettersi a dibattere sui temi filosofici. Come in astrologia l’allineamento delle stelle in opposizione causa le guerre mondiali, così l’allineamento dei loro orari di lezione, dei loro cicli e del loro amore verso lo stesso ragazzo faceva sì che l’aula si riempisse di urla, come gli strilli dei gatti in calore, col risultato che non si concludesse nulla durante l'ora di lezione.

Beh, mica poteva lamentarsi la professoressa: che cosa avrebbe potuto pretendere all’esame se era lei stessa, in primis, a dirci che secondo la filosofia non sappiamo nulla, perché Socrate disse di sapere di non sapere? Fregata! Tiè!

Il Turco Pazzo