Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE
Un rifugio per animali ricerca coccolatori di maialini. È il santuario per animali da fattoria abbandonati, maltrattati, trascurati e anziani di Leesville, in Carolina del Sud. Cerca piggy cuddler, volontari che facciano coccole ai maialini rimasti orfani. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Forse potrei coccolare maialine, ma di tutt’altro genere”.
Dormire col cane o il gatto migliora la qualità del sonno, soprattutto nelle donne. Un animale, a differenza del partner, non disturba il sonno, e ci fa sentire al sicuro. La conferma arriva da uno studio dei ricercatori dell’Università Canisius College di Buffalo, di New York, pubblicato sulla rivista scientifica Anthrozoös: si sostiene che, per le donne, dormire col cane garantisce un maggiore relax, migliore qualità del sonno, e l’abbandono di pensieri negativi. La professoressa Christy L. Hoffman, autrice dello studio: “Le donne si sentono più sicure, pensando che il loro animale le avvertirebbe nel caso di estranei o di emergenza”. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica Mayo Clinic Proceedings ne estende i benefici anche agli uomini. Specialisti di medicina del sonno del Center for Sleep Medicine della Mayo Clinic in Arizona affermano: “Molti trovano conforto e senso di sicurezza nel dormire con gli animali domestici. Restano lontani dai loro amici quadrupedi per gran parte della giornata, quindi vogliono massimizzare il loro tempo con essi quando sono a casa”. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Se proprio devo dormire con qualcuno, preferisco che sia una signora. È meglio toccare due seni o due glutei, piuttosto che una palla di pelo”.
Il cervello delle donne invecchia più lentamente, più tardi, ed è in media 3,8 anni più giovane di quello maschile. Lo ha stabilito uno studio condotto dall’Università di Washington, e pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale della Scienza degli Stati Uniti, esaminati i cervelli di 121 donne e 84 uomini tra i 20 e gli 82 anni. Questo vantaggio si evidenzia dai 20 anni, e motiva il divario di energia e brio tra fanciulle e ragazzi, e nelle coppie è lei che manifesta più dinamismo ed esuberanza. Negli anni, la capacità dell’encefalo di bruciare gli zuccheri diminuisce, ma molto più lentamente per le donne. Il Professor Manu Goyal, coordinatore della ricerca, ci spiega: “Il cervello degli uomini non invecchia più velocemente, ma raggiungono l’età adulta circa tre anni dopo le donne e la differenza persiste nel corso della vita”. Il team della Amen Clinics di Newport, in California, attraverso uno studio su 119 volontari sani, e 26mila persone con disturbi psichiatrici, pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, conclude che, nell’encefalo femminile, c’è maggiore afflusso di sangue: sono meno predisposte a deficit d’attenzione e disturbi comportamentali, più predisposta a empatia, autocontrollo e intuizione. La donna vince dalla nascita. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Preferisco essere uomo e aver a che fare con le signore”.
Un gruppo di scienziati dell’Università di Standford, guidato dal biologo italiano Vittorio Sebastiano, ha fatto ringiovanire cellule umane anziane di anni, grazie a un cocktail di proteine tipiche dello sviluppo embrionale. La tecnica è pubblicata su Nature Communications. Sebastiano ha sviluppato e brevettato una tecnologia per la riprogrammazione epigenetica, in grado di riparare quei danni a livello di tessuti e organi causati dall’avanzare degli anni. Una tecnologia che apre nuove prospettive nella cura delle malattie dovute alla vecchiaia. Le cellule vengono trattate per due settimane con un cocktail di proteine ringiovanenti. Il mix di proteine ringiovanenti ha permesso di ridurre la produzione di molecole infiammatorie, migliorando la capacità delle cellule di dividersi e di funzionare, con evidenti risultati per la salute. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino, 107 anni: “Io ho sviluppato geni ringiovanenti autonomi”.
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