Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
APERTA IN CITTÀ LA CACCIA ALLE PANCHINE: È STRAGE
Da qualche tempo in città si moltiplicano topi grossi come gatti, piccioni e corvi svolazzano (e soprattutto scagazzano) su ogni superficie disponibile, cinghiali sempre più sfrontati corrono per le strade in cerca di cibo. Eppure, in questa crescente fauna urbana c'è una specie a rischio estinzione: si tratta della Sella parvula urbanorum, volgarmente detta Panchina.
Queste robuste e mansuete creature, estremamente pigre e stanziali, abbondavano fino a poco tempo fa nei giardini pubblici, nei viali, alle fermate degli autobus e nelle stazioni ferroviarie.
La panchina, appartenente al sottordine dei panchidermi, è notoriamente una bestia pacifica, con tendenza all'immobilità, un po' come i cammelli a riposo, anche se, a differenza di questi, non rumina. Dotata di struttura robusta e di indole paziente, permette alle persone di sedersi o sdraiarsi sulla sua schiena, sopportandone il peso in silenzio, come un vecchio asino da soma.
Se ne conoscono diverse sottospecie: la metallara, la legnosa e la petrosa sono le più comuni. Di solito non emettono alcun verso, neppure se molestate, tant'è che l'Accademia della Crusca ha suggerito di modificare il proverbio "muto come un pesce" in "muto come una panchina".
A volte si vedono panchine spelacchiate, sfregiate, imbrattate di vernice, con qualche costola di legno rotta, che tuttavia non si lamentano né si ribellano, e continuano a portare in groppa anche gli umani irrispettosi e maleducati. Infatti la panchina non emette alcun verso: non abbaia, non nitrisce, non barrisce, né tantomeno glionisce come l'ornitorinco. Però ama ascoltare: da studi effettuati dai panchinologi (da non confondere con i panchinari) pare che gli esemplari più vecchi che si trovano nei parchi e nei giardini riconoscano le urla giocose dei bambini, e li distinguano dai sussurri degli innamorati, dalle chiacchiere delle nonne e dai mugugni dei vecchi, quando si lamentano della pensione e del governo ladro. Soltanto in qualche rara occasione la panchina può emettere un suono simile a uno scricchiolio, ed è forse l'unico caso in cui è meglio allontanarsi.
Questa specie ha pochi nemici naturali, più che altro costituiti dalle intemperie: troppo pigra per cercare rifugio al coperto, è esposta alla pioggia, alla neve, alla nebbia, le quali, con il passare del tempo, ne arrugginiscono lo scheletro e provocano eczemi marcescenti sulle parti in legno. Insomma, stiamo parlando di una specie utile e mite, che non dà fastidio a nessuno. Infatti, non è mai stata vista una panchina divorare le verdure degli orti, frugare nella spazzatura o aggredire un cane pastore per entrare in un ovile.
Ciononostante, i sindaci delle grandi città hanno concesso permessi di caccia e di cattura, motivandoli con il rischio di assembramento e contagio, con l'offesa al decoro quando le povere bestie ospitano il sonno dei senzatetto e degli ubriachi, o addirittura con il favoreggiamento, quando gli spacciatori le utilizzano per il loro infame commercio. Così le panchine sono state decimate, e rischiano l'estinzione più delle tigri, dei panda o dei lupi abruzzesi. Forse i sindaci si illudono di poter eliminare il commercio illegale degli stupefacenti togliendo agli spacciatori la possibilità di sedersi, o di fare magicamente sparire i barboni dalle strade, rendendo la loro vita più dura di quanto già non sia.
Intanto le panchine sono sparite in molti quartieri, lasciando in piedi centinaia di anziani, di ragazzini, di nonne, che, se vorranno ancora godere dell'aria aperta, dovranno uscire portandosi la sedia da casa.
Il WWF si è accorto del rischio di estinzione, e si sta già organizzando per creare delle riserve che ospitino i pochi esemplari rimasti. Ma sappiamo che non è la stessa cosa: le panchine sono utili all'equilibrio dell'ecosistema (oltre che all'equilibrio degli anziani affaticati) solo se distribuite nel loro ambiente naturale, che, come si è detto, è la città.
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Dottoressa Stephanie Hop-là - ACC
Specialista in Ecosistemi che Non Fanno Eco
e in Ingegneria delle Bestie da Soma
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Cacciatori di panchine rimuovono una carcassa
Panchine di razza nana, utili in caso di pandemia
Passeggeri in attesa del treno alla stazione di Bologna, dove ci sono 26 binari e nemmeno una panchina
Esemplare di panchina domestica
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