Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE
I cani sanno identificare le persone cattive. Lo dimostrerebbe lo studio pubblicato sulla rivista Neuroscience and Biobehavioral Reviews, da Francesca Valiani, il 29 Dicembre 2021: il cane riconosce la personalità di un individuo. Per sperimentare, il cane è stato messo davanti a due persone: una in difficoltà e l’altra che interveniva o non interveniva in suo aiuto. Tutti avevano un dolcetto da offrire al cane. Il cane ha accettato quello del signore generoso, e ignorato quello offerto dal tipo distratto. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Non mi serve un cane per riconoscere un uomo sbagliato”.
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Con la mascherina sembriamo più attraenti. Ricercatori dell’Università di Cardiff hanno scoperto che uomini e donne sono stati giudicati più belli oscurando la metà inferiore del volto, e che la mascherina che rende più attraente il nostro viso è quella chirurgica. Michael Lewis, autore della ricerca: “Potrebbe essere dovuto al fatto che le associamo agli operatori sanitari: ci sentiamo vulnerabili, e troviamo rassicurante l’uso di maschere mediche. Prima della pandemia, le maschere facevano pensare a malattie e persone da evitare. Non associamo più le maschere alla contaminazione”. Le maschere rendono forse le persone più attraenti, perché indirizzano l’attenzione sugli occhi. Studio pubblicato su Cognitive Research: Principles and Implications. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Io conosco molta gente, migliorabile da una mascherina”.
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Perché vogliamo avere il controllo del telecomando? Perché è l’erede dei bastoni di comando tenuti in mano dai capi tribù e dai capi famiglia. Chi lo impugna è colui che comanda, il più importante del gruppo. Una mostra della Fondazione Ligabue, a Palazzo Franchetti, a Venezia, espone straordinari bastoni di comando provenienti dall’Oceania. L’abilità scultorea degli intagliatori è impressionante: a questi oggetti era riconosciuto il valore di “mana”, cioè di un potere trascendente, che per Walter Benjamin è all’origine dell’Arte, e del suo essere una “religione laica”. La mostra “Power and Prestige” sorprende per la qualità di questi “bastoni”, che spaziano da 30 centimetri a oltre 3 metri: è la fluidità delle forme, la meticolosità dell’intaglio, della lucidatura e degli ornamenti, la varietà delle tipologie. Molti furono costruiti per usarli come armi, ma principalmente erano accessori di arredo, oppure oggetti per esibizioni: li si mostrava allo straniero come segno di forza e prestigio. Infine, i disegni superficiali possono essere enigmatici, come nelle celebri lance dai bordi dentellati delle isole Cook, del cui motivo distintivo non si conosce l’origine né la fonte di ispirazione, quasi come i simbolini dei telecomandi di ultima generazione. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “E questo lungo pippone non ha dimostrato un bel niente”.
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