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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE

IN PILLOLE

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L’altruismo dipende dall’amigdala? I ricercatori e le ricercatrici dell’Università degli Studi di Milano, e dell’Istituto Italiano di Tecnologia hanno dimostrato che la causa dell’essere egoisti o altruisti dipende da una commistione tra fattori sociali e comportamentali, con meccanismi cerebrali che interessano l’amigdala, un’area del cervello. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience, evidenzia il ruolo dei fattori comportamentali e socio-ambientali, uniti a specifici fattori cerebrali. In particolare, il gruppo del Dottor Diego Scheggia, coordinato dalla professoressa Monica Di Luca e dal professor Fabrizio Gardoni, unito al laboratorio Genetics of Cognition di IIT, coordinato da Francesco Papaleo, hanno dimostrato per la prima volta il coinvolgimento delle connessioni fra l’amigdala baso-laterale e la corteccia prefrontale del cervello. L’attivazione fisiologica di questi collegamenti influenza il manifestarsi di comportamenti egoistici o altruistici. In chi è altruista, i neuroni dell’amigdala s’attivano più che per gli egoisti. Il circuito cerebrale tra l’amigdala basolaterale e la corteccia prefrontale, nella regolazione tra egoismo e altruismo, è stato dimostrato attraverso la chemogenetica. Questo metodo permette di attivare o disattivare i singoli circuiti cerebrali, per poter dimostrare il loro ruolo fisiologico. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Siete ancora qui? Ho tagliato l’articolo, dato che mi sono nauseato a leggere e scrivere. Comunque, ho capito che sono nato senza amigdala”.

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Le ragazze ricevono voti migliori dei ragazzi con pari competenze accademiche. Uno studio condotto dall’Università di Trento, e pubblicato sul British Journal of sociology education, ha coinvolto 38.957 studenti di 15 e 16 anni, e ha stabilito che le ragazze ottengono risultati migliori nelle discipline umanistiche, nelle lingue, e nelle capacità di lettura; invece, i ragazzi li ottengono nelle materie scientifiche. Ma se si esaminano i voti, le ragazze ottengono sempre voti più alti in tutte le discipline. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Possibilissimo che le ragazze abbiano una marcia in più. A meno che la commissione esaminante sia prevalentemente composta da maschi”.

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Se il bambino russa, consulta il dottore. Una ricerca dell’Università del Maryland rivela che i giovani che russano hanno uno strato più sottile di materia grigia attorno ai lobi frontali del cervello, le regioni che controllano impulsi e ragionamento. Gli scienziati hanno scoperto le differenze morfologiche, dopo aver visto più di 10mila scansioni cerebrali di bambini tra nove e dieci anni. Ritengono che il russare possa essere collegato al sottosviluppo della materia grigia e ai problemi comportamentali che affliggono gli adolescenti. Russare genera un’interruzione delle fasi del sonno, a causa della riduzione dell’apporto di ossigeno. L’autore principale dello studio, il dottor Amal Isaiah, pediatra alla Facoltà di Medicina dell’Università del Maryland: “I bambini russano? Devono essere valutati. Le forti prove strutturali dall’imaging cerebrale impongono di diagnosticare e trattare i loro disturbi respiratori del sonno”. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Se, tuttavia, chi russa accanto a te è il tuo orso bruto, o la tua gentile orchessa, ti augurerei di avere un’altra camera, nella quale ti trasferirai”.

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