Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA
BAMBINO
Dicesi bambino un soggetto alieno le cui due occupazioni principali - nella prima fase - sono strillare, e produrre in continuazione materiali dal dubbio colore ma dall’intenso e discutibile odore. Egli sidedica anche a un’occupazione secondaria: suggere avidamente alimenti naturali (tette della mamma) o artificiali (biberon). Completa l’arco delle 24 ore dormendo, ma non con un senso logico: si sveglia quando gli pare, per ottemperare ai suoi utilizzi primari: strillare, produrre rifiuti organici, reclamare cibo (naturale o artificiale). Il processo viene ripetuto all’infinito per un tempo indeterminato, senza alcuna speranza di una tregua per i soggetti preposti alla sua manutenzione.
Il soggetto, pur creando notevole disturbo acustico e neuronale, può agevolmente essere contenuto in uno spazio ben confinato, ma solo nella prima fase della gestione. Con lo sviluppo cellulare (un fenomeno definito crescita), il bambino si muoverà più rapidamente e imprevedibilmente, riuscendo così a raggiungere le pareti del suo contenitore, superarle, e uscire all’esterno, invadendo l’habitat circostante. Nonostante le dimensioni contenute (o a volte proprio a causa delle stesse) il bambino crea molteplici disturbi all’ambiente circonvicino, e finanche danni irreversibili. La produzione di rifiuti organici, che talvolta può causare molesti inquinamenti, non subisce mai alcuna interruzione. L’emissione di strilli si fa meno frequente e fastidiosa, ma non si annulla mai del tutto. In sostituzione dello strillo compaiono - in questa seconda fase - suoni più articolati e complessi, ma sempre molesti in riferimento al numero di decibel, e ancora di difficile interpretazione. Per gli individui preposti alla manutenzione del bambino questa fase può essere molto insidiosa: le delicate strutture dell’orecchio vengono stressate e messe a dura prova. Inoltre, i turni massacranti di sorveglianza, e l’affaticamento muscolare dovuto al continuo sollevamento e spostamento dell’essere alieno, potrebbero ingenerare gravi ripercussioni sull’equilibrio psico-fisico del gestore - sia abituale, sia saltuario - a breve, medio, e lungo termine.
Nella terza fase, il piccolo strano individuo evolve nella direzione di una maggiore autonomia, e di un certo coordinamento motorio. Deambula. Tuttavia, a causa di una persistente rotondità dei piedi, ha un equilibrio decisamente precario. Raccoglie inopinatamente da terra oggetti che chiunque giudica irraccoglibili e li porta alla bocca, o li inserisce in luoghi decisamente non idonei. Ma gli oggetti che dovrebbe raccogliere vengono ignorati, se non presi a calci senza ritegno. È inspiegabilmente attratto da tutti i dispositivi preposti alle interazioni del tagliare, squarciare, infilzare, strangolare, soffocare, avvelenare, bruciare, e fulminare tramite scossa elettrica, tanto da far ritenere che da questa fase dell’essere in oggetto siano nate le idee migliori per le varie forme di pena capitale ancor diffuse nel mondo. Il piccolo alieno si esprime quasi sempre imitando vagamente il linguaggio dei gestori, ma con un’insistenza superflua e molesta, ricorrendo pertanto all’ingenerare reiterati episodi di disturbo prolungato della quiete pubblica, oltre all’acuire nei gestori la sensazione di stress da inadeguatezza educazionale.
Paragonato a qualsiasi esemplare della fauna terrestre, l’individuo cresce con lentezza esasperante. Trascorsi sei, otto, anche dieci anni dalla sua comparsa sul pianeta, sembra finalmente evolvere verso forme umane. Ma, ad una più attenta osservazione, si tratta ancora di un soggetto diverso (per non dire avverso), di faticosa gestione e di dubbia utilità sociale, nonostante i tentativi di addestramento ed educazione, presso scuole appositamente ideate e create, diffuse su tutto il territorio. Il bambino, all’interno di queste scuole, impara come primissima cosa ad aggregarsi in bande organizzate, al solo scopo di infrangere ogni regola, distruggere il più possibile gli arredi, e minare senza pietà l’equilibrio psicofisico del personale preposto all’addestramento. Qualora gli si presenti l’occasione, e si dimostri la validità del progetto, manifesterà la propria prepotenza nei confronti degli insegnanti, e di individui della sua stessa specie meno aggressivi. Solo occasionalmente, e non in tutti i soggetti, si riscontra un apprendimento di tipo positivo, cioè l’acquisizione - spesso parziale e discontinua - di tecniche per la lettura e la scrittura di testi, strumenti di calcolo elementare, vaghe nozioni in ambito linguistico-storico-letterario, nonché artistico e scientifico. (Questa affermazione è stata imposta dal "Comitato per la salvaguardia della corretta reputazione delle future generazioni". N.d.R). Il nostro “essere”, a questo punto, si presenta come un animale selvatico parzialmente addomesticato, che torna, appena gli è possibile, alle sue ferine e selvagge manifestazioni. Come è ben noto a chi, anche se solo di passaggio, si avvicini al cortile di una scuola durante una breve assenza dei sorveglianti.
L’ultima fase prima della conclusione del ciclo è forse la più prolungata, delirante e invasiva delle forme evolutive descritte in precedenza, e viene denominata adolescenza o pubertà. Secondo alcuni alienologi, l’esatta definizione dovrebbe essere idiozia giovanile o ebetudine di transizione, anche se la transizione, come presto vedremo, potrebbe non esaurirsi mai.
In questa fase l’evoluzione dell’alieno, fin qui indifferenziato, si biforca: avremo l’alieno-maschio e l’alieno-femmina. Le due forme, pur diverse sotto molti aspetti, hanno in comune l’irrazionalità comportamentale. La voce del maschio si fa sgradevole e cavernosa, passando, prima di ridiventare voce umana, attraverso la riproduzione del verso di specie animali: egli bramisce, barrisce, grugnisce, raglia. Il timbro di voce della femmina non cambia in modo così evidente, tuttavia ella riesce a sbalordire ugualmente gli addetti alla sorveglianza, sia per il contenuto di ciò che esprime - spesso di una stupidità inimmaginabile - sia per l’altalenare dei toni: piagnucoloso, eccitato, paturnioso, stizzito, rivendicativo, isterico. Anche la crescita dei peli è diversa tra le due forme, oscillante tra l’orso marsicano e la lupa abruzzese, ma in entrambe le tipologie esige l’acquisto di costose attrezzature per la tosatura e la decespugliazione. Un importante segnale di differenziazione è dato dalla scelta dell’abbigliamento. Il maschio pretenderà biancheria intima recante scritte Kalvin Klein o Dolce & Gabbana sull’elastico, scritte che dovranno essere rigorosamente leggibili anche dopo aver indossato speciali pantaloni a vita bassa e cavallo bassissimo (un mistero inspiegabile fuori dal campo della moda e del fenomeno di costume, denominato dagli stilisti vitaccia cavallina), e felpe o maglie che dovranno essere larghe, sbiadite, informi: tutte qualità irrinunciabili per gli alieni, anche se nessuna di esse riesce a giustificarne in qualche modo il prezzo così elevato. Prezzo che, anche in questa fase, pagherà qualcun altro. Le femmine esigeranno invece minigonne confezionate con i ritagli di tessuto avanzati dalla lavorazione della cintura. La funzione di queste "gonne" (definizione poco pertinente, ma ancora non è stato trovato un valido termine sostitutivo) è tutt’ora dubbia. Sicuramente non è quella di coprire: piuttosto di sventolare sulla biancheria intima, modello filo interdentale, che a malapena copre la cosiddetta ex-zona del pelo pubico, ora rasata.
Maschi e femmine tenderanno a condurre vita aliena prevalentemente notturna, presso locali appositi, dimenandosi in danze che ricordano da vicino l’agonia di un pesce preso all’amo, al suono di percussioni metalliche ripetute, e bevendo colorate miscele di psicofarmaci in soluzione alcolica.
Durante le ore diurne, sia i maschi sia le femmine nella migliore delle ipotesi dormiranno, o si aggireranno come zombie all’intero delle case, continuando quell’opera di disturbo descritta nelle fasi precedenti, peggiorata dall’aumento dimensionale, e da un grave peggioramento dell’irrazionalità preesistente. Purtroppo, nell’era della tecnologia e della crisi economica ricorrente, l’alieno continuerà questa vita per molti anni, anche dopo la conclusione della sua evoluzione fisica.
Un dettaglio fisico piuttosto inquietante è la cosiddetta Appendix manus, una sorta di escrescenza sul prolungamento delle dita della mano - solitamente la destra - di forma rigida e piatta, di vario colore, costituita da materiale inorganico, di dimensioni vagamente simili a quelle di un pacchetto di sigarette. Questa escrescenza, rimasta l’unica opzione con la quale l’alieno comunica col mondo esterno, purtroppo non è asportabile, e costituisce per lui un’ossessione costante: ovunque si trovi passa il suo tempo a guardarla e a tormentarne freneticamente la superficie con il dito pollice (l’unico che gli resta libero), estraniandosi completamente da tutto ciò che lo circonda. Purtroppo, nell’era della tecnologia, l’alieno perpetuerà questi comportamenti per molti anni, anche dopo la conclusione della sua evoluzione fisica. Il che, nell’era della crisi economica ricorrente, rappresenterà una costante, perenne e inalienabile fuoriuscita di contanti per le persone preposte alla sua manutenzione.
La descrizione della fase adolescenziale conclude questo trattato. Al termine dell’adolescenza possiamo affermare che il bambino si è trasformato in adulto, anche se resterà perennemente improduttivo, e anzi continuerà ad essere molesto per molti anni a venire.
Dottoressa Stephanie Hop-là & Professor Italo Miglio
Accademia dei Cinque Cereali
Il bambino di 40 anni a casa dei genitori.
Prossimamente su queste pagine.
Incipit
Denuncia i genitori che non lo vogliono più mantenere, e la Suprema Corte di Cassazione gli dà ragione, condannando i genitori stessi a corrispondergli vitto, alloggio, paghetta, auto, arretrati, danni morali e materiali, varie ed eventuali vita natural durante.
Non perdetevi le prossime puntate…
(NOVEMBRE 2012)
LA SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI E' STATA UN FLOP
LE INCHIESTE DE LA TAMPA
L’esperimento ha coinvolto cento ragazze che hanno elargito ai nostri redattori più di quattrocento rifiuti in poche ore.
È durata ben undici giorni la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti conclusasi lo scorso mercoledì, ed è già tempo di bilanci.
Per due weekend i redattori de La Tampa, tampinati dalla zelante Dott.ssa Hop-là, esperta di statistiche di ipermercato che, munita di penna e taccuino, li ha seguiti nel loro esperimento, registrandone meticolosamente ogni fase.
L’inchiesta si prefiggeva di testare la sensibilità delle ragazze torinesi riguardo ad un tema così delicato come quello del rifiuto e l’impatto che questo ha sulla società
I nostri eroi, per tutta la durata del weekend, hanno frequentato diversi locali della città, proponendosi a tutte le donne in età compresa fra i 20 e i 50 anni, incassando una interminabile sfilza di rifiuti. Si sono verificati addirittura alcuni casi di doppi o tripli “due di picche” dalla stessa ragazza. Ciò ha dimostrato la prima teoria fondamentale della tacchinaggio-dinamica: invertendo casualmente l’ordine dei cucadores, non si inverte mai il segno negativo delle risposte.
Del resto, già negli anni sessanta il grande Adriano Celentano aveva intuito il problema e cantando a tempo di valzer:
“Prego, vuol ballare con me?
Grazie, preferisco di no!”
aveva messo il dito, in anticipo sui tempi, sulla grave piaga sociale dei rifiuti.
I test si sono basati su:
-Recupero: se una ragazza rispondeva di no, un secondo redattore si faceva avanti ottenendo la medesima risposta.
-Riciclo: qualora una ragazza avesse risposto in maniera affermativa, altri redattori avrebbero insistito ancora con lei. Nessun risultato pervenuto.
-Riduzione dello spreco: se una ragazza per tre ore non riceveva proposte, prontamente intervenivano i nostri nel tentativo di salvarle la serata. Anche questo metodo non ha ridotto i rifiuti.
-Trasformazione: qualora fosse comparso a fianco della ragazza oggetto di attenzioni un giovane esemplare maschile palestrato, i redattori si sarebbero prontamente trasformati in giovani esemplari maschili palestrati.
-Millimetro zero: Chiedendo alle ragazze più vicine si è calcolato un risparmio di oltre tre millimetri in suole di scarpe.
Il culmine si è avuto in un locale frequentato dalle atlete di una palestra di arti marziali che, senza troppi complimenti, hanno tentato di inserire tutti i nostri redattori nel patrimonio dell’umanità del M.A.N.E.S.C.O. (un’organizzazione non governativa, simile all’UNESCO, a favore della violenza femminile sugli uomini). Solo il provvidenziale intervento di Nonna Abeffarda, provetta ballerina di salsa e merengue di notte, ma di giorno esperta in azioni antincendio, ha potuto stemperare gli animi e spegnere ogni focolaio di violenza.
I redattori de La Tampa hanno autonomamente e automunitamente deciso di prorogare la Settimana per la Riduzione dei Rifiuti sino a domani. Pertanto, in “zona Cesarini”, invitano le gentili signorine libere da impegni a fare il possibile per migliorare la media, attualmente ferma allo 0%, su un tema così importante, ospitando i redattori a casa loro questa notte.
Si confida nel senso ecologico e civico di tutte le donne nella fascia di età suddetta, sottolineando l’importanza della riduzione dei rifiuti per una società migliore.
M&M - Marchiori & Marello - ACC (NOVEMBRE 2014)
Nonna Abeffarda intenta a spegnere i bollenti spiriti
I PANNOLINI ECOLOGICI SONO VERAMENTE TALI? (*)
SI ALLA GIORNATA MONDIALE DELLA BESTEMMIA
(*) Ci scusiamo ancora con i lettori, ma lo sciopero dei titolisti de LA TAMPA continua. Questa volta il titolo è tratto da una rivista per il consumatore consapevole.
Si sta preparando un referendum per abolire l’art. 724 del Codice Penale che prevede una pena pecuniaria a chiunque bestemmi pubblicamente (in privato è consentito e, in alcuni casi limite, addirittura obbligatorio).
Le motivazioni sono ovvie: fa parte della nostra cultura, sono le nostre radici, che nessuno ci tarpi il turpi(loquio). Abrogare queste imprecazioni significherebbe cancellare parte delle nostre origini, un po’ come, ad esempio, proibire le antiche ricette di cucina, la tarantella e i mutandoni delle nostre nonne.
Chi non ha mai avuto un padre, un nonno, uno zio che tirava moccoloni da mattino a sera? Soprattutto lo possono confermare i lettori di origini venete o toscane, ma anche in Piemonte non si scherza.
I nostri genitori sono cresciuti sentendosi bestemmiare appresso sin dalla più tenera età, anche perché, all’epoca, molte altre parolacce non erano ancora state inventate. Si può dire che la bestemmia è l’imprecazione più antica del mondo, e come tale va tutelata, al pari degli scavi di Pompei.
Il carpentiere bergamasco che si tira una martellata sul pollice, che altro potrebbe fare? Lancerà le sue centocinquanta imprecazioni in trenta secondi netti, perché è questo che gli uscirà dal profondo del cuore. La "bestemmia a seguito di evento traumatico" è stata anche studiata dagli anestesisti e pare che funzioni: già dopo la sesta imprecazione il dolore si attenua, e dopo la decima anche il ritmo cardiorespiratorio è tornato normale. Rispetto a qualunque antidolorifico, gli effetti collaterali sono pressoché nulli, se si esclude quel minimo di disturbo alla quiete pubblica e una leggera afonia del bestemmiatore. E dunque libera bestemmia in libero Stato!
Il perbenismo ci porta a modificare le bestemmie in ziocane, zioporko, ziobono, ecc. ma in fondo non è bello accanirsi contro i fratelli dei nostri genitori. Per non parlare di palliativi quali porcodiesel, o il più ecologico bioporco. Inutile nascondersi dietro un dito: si tratta ugualmente di bestemmia poiché è il pensiero che conta… Un muratore veneto balbuziente dedito a questa pratica addirittura deve pensarne dodici per dirne una. Un muto dovrebbe scriverle su un foglio, ma pare che l’effetto liberatorio non sia lo stesso.
Presto verrà istituita la Giornata Mondiale della Bestemmia, con raduni di bestemmiatori professionisti, pratica di bestemmione collettivo e concorsi a premi per la Bestemmia Più Originale dell’Anno.
Come diceva un parroco, di scarso bob ton, ma di grande buon senso: "Quando ci vuole, ci vuole, ma senza esagerare".
Marchiori assisted by Marello- ACC (SETTEMBRE 2014)
Il famoso Urlo di Munch
OTTOBRE: IL MESE DELLE ZUCCHE
Da fine settembre a inizio novembre, un po’ in tutta Italia,
ma specialmente in Piemonte, spuntano fiere, sagre e mostre della zucca.
In alcuni casi sarebbe meglio dire… mostri.
Ma che cos’è realmente la zucca? Un frutto, un ortaggio, una pianta decorativa?
Curiosa, strana creatura, la zucca sfugge alle comuni classificazioni. A dirla tutta non è sicura neppure la sua appartenenza al Regno Vegetale. Secondo una audace teoria, poco divulgata ma accreditata tra i paleontologi e i botanici come “Teoria delle scemenze di zucca”, alcuni suoi semi sono giunti sulla terra probabilmente da un altro pianeta, ben nascosti nel cuore di un meteorite. Così, qualche migliaio di anni dopo il Big Bang, tra il periodo Giurassico e il Cretaceo,trovando un ambiente favorevole, questi semi hanno dato origine a strane piante, che crescevano in lungo e in largo e di palo in frasca, abbarbicandosi ad ogni sporgenza con viticci e laccioli.
Quell’era preistorica fu chiamata periodo Cucurbitaceo. Le zucche sono sopravvissute anche alle glaciazioni, trasformandosi in zuccotti algida, e si sono diffuse in tutti i continenti.
Zucca islamica
A Torrazza Piemonte, presso il Pregiato Laboratorio Cucurbitaceo Torrazzese, che studia le zucche sotto la direzione dell’esperto cucurbitologo Kusòt al-Brüsq, sono stati effettuati esperimenti, naturalmente senza utilizzo della vivisezione. Per gentile concessione pubblichiamo qui alcuni risultati:
La zucca in cucina e nel resto della casa
Della zucca si utilizza tutto: i fiori in pastella e nelle frittate, la polpa in mille ricette dal risotto alle torte, i semi, che sono ottimi salati, da sgranocchiare. Se ne può anche usare la scorza, intagliata, ad usi decorativi.
Zucche piccole, non commestibili, di forme disparate e colori straordinari, si usano come soprammobili singoli, o in piatti e cestini sparsi per tutta casa. Nei classici litigi tra coniugi, in sostituzione dei piatti, ci si può lanciare queste zucche, che hanno quindi una importante funzione di salvaguardia del vasellame prezioso.
Un particolare tipo di zucca, adeguatamente lavorato, diventa “Luffa”, materiale morbido, con le stesse caratteristiche delle spugne naturali. Insomma, mettetevelo nella zucca: la zucca serve anche per lavarsi.
La zucca nelle fiabe e nelle leggende
Queste creature, che di giorno sono quanto di più inanimato, pesante e inerte possa esistere, nell’immaginario collettivo pare abbiano intensi movimenti notturni. Antiche storie narrano di zucche trasformate in teste, in spaventapasseri, in mezzi di trasporto per Cenerentole, e in generale, per collaboratrici domestiche che vogliono cambiare datore di lavoro.
Ogni anno, ad Halloween, festa scopiazzata dagli States e diventata alternativa a feste più nostrane in onore dei defunti, le zucche si trasformano in testone vuote, mostruosamente intagliate e illuminate dall’interno da un moccolo acceso.
Il nome deriva dal latino
“cocutia” (leggi cocuzia) cioè testa, poi trasformato in “cocuzza”, e infine in
zucca. Ma, obietterà qualcuno, in latino testa non si dice caput? Roma,
caput mundi e non Roma, cocutia mundi… I latinisti hanno risolto
il dubbio ipotizzando che i re, i condottieri, i patrizi fossero caput,
ovvero i capi, mentre i sottoposti, i braccianti e i servi erano le teste di
cocutia, da cui, passando dal latino classico, al tardo latino e poi al
volgare, teste di cocatio (leggilo come vuoi, sempre quello è…).
A cura della Dottoressa Stephanie Hop-là
Biologa marina e montana.
Master in Cucurbi et Orbi presso l’Università di Israele - Orto Botanico Getsemani
(OTTOBRE 2014)
Gli scritti che contengono riferimenti a persone realmente esistenti hanno il solo scopo (si spera) di far sorridere e sono frutto del vaneggiare degli autori. Se tuttavia qualcuno non gradisse un articolo o una sua parte può chiederne la rimozione all’indirizzo di cui sopra, motivando l’istanza.
Non siamo responsabili dei siti collegati tramite link, né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.