Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
L'ANGOLO DELLA (S)CULTURA
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A cura di Manfredi Maria Miglio Marello
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TEATRONOMATOPEICO
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Sul palcoscenico si accese il flash
su un orologio che faceva tic tac.
Gli spettatori sussurravano "ssst":
lo spettacolo dovea già cominciar.
S'aprì la porta, con uno slam,
l'attore con la pistola fece bang,
crash, patatrac, e l'orologio cadde:
slang, saltarono le molle, e giacque.
Un blabla sommesso nacque
dal fondo della platea.
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D'un tratto...Driiin! Il cellulare
di un gran maleducato spettatore.
L'attore lo guardò storto,
lui desiderò di essere morto,
e mentre un piccione volò in su,
con le ali facendo frufru,
si sollevò un gran polverone
e allo spettatore sfuggì un etciù!
L'attore lo afferrò per il frac,
poi splash, nella fontana vicina,
dove gra gra faceva la rana.
Pim pam, volarono botte:
tra il cri cri dei grilli della notte,
tra il brum brum dalla camionale,
oltre il ciuf ciuf del treno locale,
- ahi ahi - gridava lo spettatore.
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Lo spettatore fu sottoposto a una tac.
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Per il regista fu l'ultimo ciak.
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Airam Fantasie
IL PENSOLOGO - QUESTA SETTIMANA LA TOP FIVE RADDOPPIA
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Federica Pellegrini affiancherà Amadeus a Sanremo? Ho già gli zebedei rotti sette mesi prima...
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All’ingresso dei Musei oltre ai green pass sarà chiesto ai visitatori se sanno cosa vanno a vedere.
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La Stampa politically correct usa foto di gnocche bionde per promuovere i comportamenti etici.
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Il sudore svelerà chi ha assunto droga; ma io speravo fosse una campagna contro chi non si lava.
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Rilevata una enorme struttura nella Via Lattea. Sembrerebbe che sia il nuovo deposito Amazon.
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Georgina, moglie di Ronaldo, si racconterà su Netflix: altra ottima occasione per non abbonarsi.
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In Italia si può morire di lavoro. Tuttavia la maggior parte degli italiani non vuole correre rischi.
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Col bonus rottamazione TV, speravo di cacciare Maria De Filippi e Barbara D’Urso. Che illuso!
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Flinders University informa che l’intestino comunica col cervello. In certa gente si capisce bene.
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Andrew Cuomo: “Non sono un pervertito, sono solo italiano”. Godiamo di una stima universale.
L'INARRIVABILE NONNO ABEFFARDO
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Una gentile signorina, preoccupata per il nonno di 87 anni, un po’ giù perché si sente solo, ha lanciato un appello sui social per cercargli un amico, dettagliando che deve saper giocare a carte. Hanno immediatamente risposto sei generosi candidati. È triste, non saper stare da soli con se stessi, per gustarsi la bellezza della solitudine.
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René Redzepi, chef del “Noma” di Copenaghen, quattro volte ristorante numero uno al mondo secondo “World’s 50 Best Restaurats”, pubblica una foto, e ci scrive: “La volontà di non sprecare in cucina ci porta a seguire percorsi non convenzionali. E stiamo lavorando con le renne per preparare la prossima stagione di selvaggina”. E la foto rappresenta un pirillo di renna. Ricordatene, quando andrai in Danimarca.
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In Merica non avranno più bisogno di pesticidi o disseccanti: hanno inventato un robot che scansiona il terreno, e col laser brucia le erbacce. Forse costerebbe troppo.
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Una donna di 68 anni accusa Bob Dylan di averla stuprata nel 1965 quando aveva 12 anni. Lascio giudicare al lettore. Per fortuna, nessuno potrà accusarmi di niente.
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Abbattuti i due tori in fuga che da tre mesi girovagavano dalle parti di San Gillio. Tecnologia e specialisti hanno fallito contro due torelli scappati da un allevamento.
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Nonno Abeffardo
LE GRANDI SFIDE LETTERARIE DELLA STAMPELLA
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Non ho mai messo un “mi piace”. E non so come si fa. Mi devo vergognare?
Il vecchio tarlo
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Alle Olimpiadi di Tokyo, il maratoneta francese Morhad Amdouni, avvicinatosi al banchetto che distribuiva le bottigliette d’acqua, si è servito, ma ha buttato a terra tutte le altre destinate ai compagni di gara. Siamo liberi di comportarci da meschini?
Carlo Chievolti
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Chi vorrà il sussidio di disoccupazione previsto dalle norme di protezione varate in risposta al Covid-19 dovrà farsi identificare con la tecnologia del riconoscimento facciale. Tranquillo, accade in Usa. Qui, da noi, è tutto molto più all’acqua di rose.
Il vecchio tarlo
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La Regione Piemonte mi ha rilasciato il Crin Pass, che ha certificato il mio stato di Ciucatòn. Mi permette la libera frequentazione di tutti i locali dove si serve vino.
Carlo Chievolti
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Stabilito che si voterà alle Amministrative il 3 e 4 ottobre. La sinistra è in pieno fervore, la destra non ha ancora letto la notizia sui giornali. E ora ci sono le vacanze.
Il vecchio tarlo
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Un telegiornale ci ha detto che gli incendi che devastano l’Italia sono sovente di origine dolosa. Citando la vastità ha specificato che l’area equivale a 140mila campi di calcio. È possibile, che per far capire gli italiani si deve sempre parlare di calcio?
Carlo Chievolti
C'ERA UNA VOLTA IL CALDO
Quand'ero bambina non si andava in vacanza al mare, e nemmeno in montagna: l'estate si trascorreva in città, come le altre stagioni. Eppure, da luglio a settembre, le giornate dei bambini erano luminose e felici: si poteva giocare all'aperto, liberi da indumenti opprimenti, e soprattutto non si doveva andare a scuola.
Per le bande chiassose che si riunivano nei cortili e nelle strade di periferia il caldo non era certo un problema. Ci si muoveva in continuazione sotto il sole, si andava in bicicletta fino allo sfinimento, si giocava a palla, a nascondino, a guardie e ladri, e si rientrava a casa sporchi, con gli abiti inzuppati di sudore.
Solo gli adulti si lamentavano talvolta del caldo, ma in modo meno melodrammatico di oggi. Faceva caldo com'era normale che facesse, data la stagione: nessuno sapeva dell'anticiclone africano, né del riscaldamento globale; a malapena si sapeva dove fosse l'Africa.
Ricordo mia mamma che stirava la mattina presto, quando, con opportune correnti d'aria, entrava in casa un refolo più fresco. Di tanto in tanto doveva asciugarsi la fronte con il fazzoletto, o concedersi qualche minuto su una sedia, facendosi aria con un vecchio ventaglio dai colori sgargianti. Quando entravo in cucina per fare colazione la trovavo così, in sottoveste, immersa nel profumo della biancheria pulita e ben ripiegata.
Nel tardo pomeriggio rientrava papà, in bicicletta, con una vecchia cartella a tracolla, contenente la bottiglietta e il baracchino del pranzo. Aveva attraversato la città, quindi era accaldato per la lunga pedalata e stanco per la giornata di lavoro. Come prima cosa si toglieva gli abiti e andava a lavarsi. Poi si infilava dei vecchi pantaloni corti. Lo ricordo così, magro, le gambe pelose, la canottiera lisa, l'odore misto di saponetta e olio motore.
Prendeva dal frigorifero la bottiglia d'acqua di rubinetto, resa frizzante dalle polverine, e ne versava un paio di bicchieri. Mi piaceva bere con lui e fare cincin con i bicchieri colmi d'acqua. Non c'era bisogno che la tv ci insegnasse che, con il caldo, bisogna bere di più.
Si cenava, poi c'erano le solite liti tra noi sorelle su chi dovesse sparecchiare, lavare e asciugare i piatti. Quasi un rito anche questo, poiché le cose da fare erano tre e noi eravamo due, e tre non è divisibile per due.
Con il buio ci sedevamo tutti sul balcone, a "prendere il fresco" e guardar passare i treni. Qualche sera faceva davvero caldo, il fresco non arrivava e mio papà diceva: "Ancheuj a pica", cioè oggi picchia, sottinteso il caldo. Nessun'altra lagna o commento. Ci sembrava normale che in estate facesse caldo.
A volte, ci si concedeva un piccolo lusso: la granita casalinga. Quel ghiaccio, tritato sul tagliere con un batticarne, con l'aggiunta di un cucchiaio di sciroppo alla menta di un bel verde smeraldo, nel bicchiere che andava lentamente appannandosi, era una gioia per gli occhi, prima che per la gola.
Poi si andava a letto, a sudare fino alle prime ore del giorno. Non c'era un ventilatore in casa, troppo costosi. Figuriamoci i moderni condizionatori.
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Stefania Marello
Nuvola di una volta
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Compagne di giochi
IL PROFESSOR MIGLIO E I SUOI
Il premio vauro ridens va a
Un marocchino di 33 anni, e un italiano di 43 anni, ladri in Torino.
Con la seguente motivazione:
Dopo avere sfasciato la vetrina di un locale, hanno litigato per chi dovesse entrare per primo. Un signore ha chiamato la polizia, e i due sono stati arrestati. Cretinoidi!
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L’esortazione a recarsi a defecare sulla urtica dioica va a
Due carabinieri, anonimi.
Con la seguente motivazione:
Hanno vessato un anno e mezzo un avvocato bolognese: telefonate mute, citofonate notturne, consegne di pizze non richieste (anche venti per sera). E loro si difendono dicendo che era una goliardata, visto che sono suoi amici. Ma rischiano il processo.
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Il Cetriolo Plumbeo Honoris Causa va a
I Giudici della Corte d’Appello di Basilea, Svizzera.
Con la seguente motivazione:
Hanno ridotto la pena a uno stupratore, che ha violentato una ragazza, perché lei “aveva lanciato segnali contraddittori”. E quindi, lui era autorizzato a violentarla.
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Il premio pane e volpe va a
Woods Tiger, golfista statunitense, giudicato il migliore dell’era moderna.
Con la seguente motivazione:
Ha pagato 8 milioni di dollari la sua amante Uchitel Rachel, affinché non rivelasse la relazione extraconiugale. Lei intascò, firmò un accordo di riservatezza, ma andò a spiattellare tutto in un’intervista. Il povero fesso adesso rivorrebbe indietro i soldi.
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Il premio “ma ci faccia il piacere” va a
I clienti del ristorante Serendipity 3, Upper East Side, New York.
Con la seguente motivazione:
Pagano 200 dollari un piatto di patatine. Che però sono fatte con patate Chipperbec, sbollentate in aceto e champagne, fritte due volte in grasso di oca in modo da essere croccanti fuori e morbide dentro. Vengono cosparse di oro commestibile, e condite con sale e olio di tartufo. E servite su un piatto di cristallo, guarnite con un’orchidea, fette di tartufo, e salsa di formaggio Mornay. La lista per prenotare: dieci settimane.
ERA LA GIORNATA DELL'ORGASMO FEMMINILE E GLI UOMINI NON SE NE SONO ACCORTI
L'8 agosto è la giornata mondiale dell'orgasmo femminile, e quest'anno si è deciso di dedicarlo alle donne con difficoltà a raggiungerlo.
Da un sondaggio effettuato sugli uomini è emerso che le loro compagne raggiungerebbero l'estasi suprema propria dell'idillio dell'amore (parafrasando Elio e le Storie Tese) nella quasi totalità dei rapporti; il sondaggio analogo sulle donne rivela un risultato diverso: ci arrivano meno di due su tre.
Un tempo, quando l'Italia era un paese rurale, il piacere delle donne era considerato superfluo nei rapporti matrimoniali, e immorale in qualsiasi altro tipo di rapporto: il capofamiglia pensava a se stesso e a procreare, possibilmente dei figli forti e sani, in grado di garantire forza lavoro per i campi; quando le massaie si ritrovavano al lavatoio comunale, poteva capitare che una massaia più evoluta chiedesse alla sua dirimpettaia se aveva mai provato l'orgasmo, e che quella più ingenua rispondesse: "No, mi trovo bene col sapone di Marsiglia".
I tempi sono cambiati con le rivoluzioni sessantottine e le manifestazioni femministe, e finalmente gli uomini hanno capito l'importanza del cosiddetto Punto G.
Il Punto G sarebbe un non ben definito luogo dell'apparato genitale femminile, sede del piacere e dell'orgasmo. Un luogo leggendario di cui tutti parlano, di solito a sproposito, ma del quale pochi eletti conoscono la posizione, un po' come accade per il Triangolo delle Bermude, e anche qui il triangolo c'entra in qualche modo. Ci hanno provato in molti, sono stati scritti libri e trattati, ma le coordinate esatte di questo luogo godurioso paiono introvabili. Ci vorrebbe un mago. Non per nulla una nota ditta di biscotti aveva inventato, per i suoi spot pubblicitari, il Mago G.
Neppure TomTom e GoogleMaps, essendo maschietti, possono aiutare nella ricerca.
Qualcuno lo trova per caso, vagando a tentoni tra i meandri della selva oscura.
Abbiamo interpellato Nonna Abeffarda, vera esperta del settore (e non parliamo dei rapporti uomo-donna, bensì del perdersi e ritrovarsi).
Dopo essere salita in più occasioni sul treno regionale sbagliato, ed essersi trovata nelle più incredibili località piemontesi, da Nulla Tanaro a Pertusio dal Cu, la Nonna ha verificato personalmente che il punto G esiste, ma è un po' fuori mano: si trova in un bar, appena fuori la stazione ferroviaria di un ridente (beato lui) paesino di pianura, dal nome del tutto inappropriato: Montanaro.
Resta ancora un mistero come far raggiungere il piacere alle donne, ma alle nonne basta una bibita, fresca al punto giusto, al bar del Punto G.
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M&M – Marchiori & Marello - ACC
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Ma guarda: era anche ben segnalato!
BEFANA E NONNA, DUE FIGURE SIMILI EPPURE DIVERSE
A prima vista la nonna e la Befana sono abbastanza simili: anziane, la faccia rugosa e sorridente, un po' curve, indossano entrambe un berretto o un foulard per proteggersi dai malanni di stagione e dall'inevitabile artrosi cervicale.
L'una e l'altra hanno a che fare con i bambini e dai bambini sono molto amate.
Ad un'analisi più approfondita emergono però alcune differenze. Vediamo le più importanti.
ABBIGLIAMENTO
L'abbigliamento della nonna e quello della Befana sono stati simili per tanto tempo, ma di recente le nonne si sono evolute, passando dal grembiulone al jeans taglia comoda, con provvidenziale elastico in vita, e dall'abbigliamento scuro e informale alle tute sformate, in acetato color fucsia, con la scritta fosforescente Super Sport Young Forever. Esiste addirittura qualche nonna free style che si avventura fuori casa con la gonna e il tacco alto, esponendosi con spavalderia (il pericolo è il loro mestiere) alle classiche distorsioni da scatto-recupera-pallone o da corsa-acchiappa-bambino.
SPOSTAMENTI
Le befane usano la scopa volante per spostarsi.
Le nonne sono decisamente più evolute: usano la Skoda Yeti Outdoor, e in casa la scopa elettrica indoor. Oppure l'aspirapolvere.
Contrariamente alla nonna moderna, la Befana non è mai andata dal chirurgo plastico a rifarsi tutta la carrozzeria. La Befana si reca dal concessionario di fiducia per il tagliando alla scopa. La nonna invece scorda di controllare il livello dell’olio motore ma, fortunatamente, porta con sé il biglietto da visita del meccanico dotato di carro attrezzi.
RITMO SONNO-VEGLIA
La Befana è sveglia quando i bambini dormono e se ne va a dormire quando si svegliano.
Le nonne sono sveglie quando i bambini sono svegli e dovrebbero dormire quando essi dormono.
Questo in teoria. In pratica una nonna dorme quando ha finito le faccende domestiche, quando non soffre di insonnia, quando non si preoccupa, quando finalmente è scesa la febbre del bambino, eccetera.
Riassumendo: la Befana dorme quando vuole, la nonna quando vogliono gli altri.
ORIGINE
Ma perché esistono e sono così amate e popolari queste due figure femminili?
La Befana è un personaggio leggendario, inventato in tempi lontani per far felici i bambini, la nonna è un personaggio reale, inventato in tempi recenti per far felici i genitori dei bambini.
RUOLI
Per uno strano gioco del destino sia la Befana sia le nonne devono occuparsi della biancheria dei bambini.
La Befana riempie le loro calze vuote di giocattoli, e la nonna, quando necessario, svuota le loro mutande piene di...
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Questo è uno dei motivi per cui le nonne, ogni tanto, invidiano la Befana.
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Marello imbeccated by Marchiori (GENNAIO 2017)
Calze con regalo per i papà
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LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.
L'ANGOLO DELLA (S)CULTURA
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A cura di Manfredi Maria Miglio Marello
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SUCCEDERÀ
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Succederà alla donna leggiadra e al guerriero
invincibile, al santo e al terrorista. Succederà
al cavallo focoso, e all’umile lombrico; a me,
a te, che non la nomini mai e incroci le dita:
lei arriva per tutti, con il suo freddo segreto.
Forse sarà un lui, cereo, col sorriso stanco.
Mi prenderà la mano, non oserò resistergli.
Passeremo l’ultimo confine, fianco a fianco.
Sarà come venire al mondo, ma al contrario:
dal pianto al silenzio, dalla luce al tepore buio
di un antico grembo materno. Sarà come sarà.
Un ritorno al nulla, in fuga dalle grinfie della vita.
Un nulla così leggero, che si sbriciolerà fra le dita.
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Stefania Marello
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APERTA IN CITTÀ LA CACCIA ALLE PANCHINE: È STRAGE
Da qualche tempo in città si moltiplicano topi grossi come gatti, piccioni e corvi svolazzano (e soprattutto scagazzano) su ogni superficie disponibile, cinghiali sempre più sfrontati corrono per le strade in cerca di cibo. Eppure, in questa crescente fauna urbana c'è una specie a rischio estinzione: si tratta della Sella parvula urbanorum, volgarmente detta Panchina.
Queste robuste e mansuete creature, estremamente pigre e stanziali, abbondavano fino a poco tempo fa nei giardini pubblici, nei viali, alle fermate degli autobus e nelle stazioni ferroviarie.
La panchina, appartenente al sottordine dei panchidermi, è notoriamente una bestia pacifica, con tendenza all'immobilità, un po' come i cammelli a riposo, anche se, a differenza di questi, non rumina. Dotata di struttura robusta e di indole paziente, permette alle persone di sedersi o sdraiarsi sulla sua schiena, sopportandone il peso in silenzio, come un vecchio asino da soma.
Se ne conoscono diverse sottospecie: la metallara, la legnosa e la petrosa sono le più comuni. Di solito non emettono alcun verso, neppure se molestate, tant'è che l'Accademia della Crusca ha suggerito di modificare il proverbio "muto come un pesce" in "muto come una panchina".
A volte si vedono panchine spelacchiate, sfregiate, imbrattate di vernice, con qualche costola di legno rotta, che tuttavia non si lamentano né si ribellano, e continuano a portare in groppa anche gli umani irrispettosi e maleducati. Infatti la panchina non emette alcun verso: non abbaia, non nitrisce, non barrisce, né tantomeno glionisce come l'ornitorinco. Però ama ascoltare: da studi effettuati dai panchinologi (da non confondere con i panchinari) pare che gli esemplari più vecchi che si trovano nei parchi e nei giardini riconoscano le urla giocose dei bambini, e li distinguano dai sussurri degli innamorati, dalle chiacchiere delle nonne e dai mugugni dei vecchi, quando si lamentano della pensione e del governo ladro. Soltanto in qualche rara occasione la panchina può emettere un suono simile a uno scricchiolio, ed è forse l'unico caso in cui è meglio allontanarsi.
Questa specie ha pochi nemici naturali, più che altro costituiti dalle intemperie: troppo pigra per cercare rifugio al coperto, è esposta alla pioggia, alla neve, alla nebbia, le quali, con il passare del tempo, ne arrugginiscono lo scheletro e provocano eczemi marcescenti sulle parti in legno. Insomma, stiamo parlando di una specie utile e mite, che non dà fastidio a nessuno. Infatti, non è mai stata vista una panchina divorare le verdure degli orti, frugare nella spazzatura o aggredire un cane pastore per entrare in un ovile.
Ciononostante, i sindaci delle grandi città hanno concesso permessi di caccia e di cattura, motivandoli con il rischio di assembramento e contagio, con l'offesa al decoro quando le povere bestie ospitano il sonno dei senzatetto e degli ubriachi, o addirittura con il favoreggiamento, quando gli spacciatori le utilizzano per il loro infame commercio. Così le panchine sono state decimate, e rischiano l'estinzione più delle tigri, dei panda o dei lupi abruzzesi. Forse i sindaci si illudono di poter eliminare il commercio illegale degli stupefacenti togliendo agli spacciatori la possibilità di sedersi, o di fare magicamente sparire i barboni dalle strade, rendendo la loro vita più dura di quanto già non sia.
Intanto le panchine sono sparite in molti quartieri, lasciando in piedi centinaia di anziani, di ragazzini, di nonne, che, se vorranno ancora godere dell'aria aperta, dovranno uscire portandosi la sedia da casa.
Il WWF si è accorto del rischio di estinzione, e si sta già organizzando per creare delle riserve che ospitino i pochi esemplari rimasti. Ma sappiamo che non è la stessa cosa: le panchine sono utili all'equilibrio dell'ecosistema (oltre che all'equilibrio degli anziani affaticati) solo se distribuite nel loro ambiente naturale, che, come si è detto, è la città.
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Dottoressa Stephanie Hop-là - ACC
Specialista in Ecosistemi che Non Fanno Eco
e in Ingegneria delle Bestie da Soma
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Cacciatori di panchine rimuovono una carcassa
Panchine di razza nana, utili in caso di pandemia
Passeggeri in attesa del treno alla stazione di Bologna, dove ci sono 26 binari e nemmeno una panchina
Esemplare di panchina domestica
OFFERTE SPECIALI
Il Principe Saudita Abdulaziz bin Abdullah bin Saud bin AbdulAziz al Saud ha intenzione di rilevare l’Academy VR46, fucina di grandi talenti motociclistici, per 150 milioni di €uro. Però, Valentino Rossi è restio a rinunciare alla propria creatura.
In alternativa, il Principe si è detto disposto a comprare il sito “LA STAMPELLA, Umorismo di sostegno”, a 150 milioni di dollari torrazzesi. Al fixing, circa 0,9 €uro.
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Carlo Chievolti
IL PROFESSOR MIGLIO E I SUOI
Il premio vauro ridens va a
Mark Zuckerberg, capo di Facebook.
Con la seguente motivazione:
Nel 2020 ha speso ben 23,4 milioni di dollari per la sua sicurezza. Vive nel terrore?
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L’esortazione a recarsi a defecare sulla urtica dioica va a
Ranno Mario, in arte Biondi Mario, cantante di successo dalla voce meravigliosa.
Con la seguente motivazione:
In difesa della musica italiana, invita a boicottare la musica straniera. È sbagliato.
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Il Cetriolo Plumbeo Honoris Causa va a
Le autorità statunitensi.
Con la seguente motivazione:
Una coppia della Louisiana in luna di miele si è macchiata dell’orrendo crimine di accarezzare una foca monaca in via di estinzione, alle Hawaii, e postare sui social il video. Rischiano fino a 5 anni di carcere e multe fino a 50mila dollari. È possibile?
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Il premio pane e volpe va a
Anonimo 35enne di Piacenza.
Con la seguente motivazione:
Abbagliato dalla bellezza di un’avvenente ballerina di Lap Dance romena 19enne, le ha affidato la sua tessera Bancomat ed il codice pin, per permetterle l’acquisto di un costume da bagno. In poche ore s’è trovato il conto quasi azzerato. Complimenti!
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Il premio “ma ci faccia il piacere” va a
DC Comics, casa editrice dei fumetti di Batman.
Con la seguente motivazione:
Ha denunciato per violazione del copyright Pino Taglialatela, il portiere del Napoli degli anni ’90, che indossava la maglietta con un logo simile. Senza merchandising.
SUNTANT KATHIW E NONNO ABEFFARDO
Amazon è stata multata di 476 milioni di €uro per un non ben chiara “violazione della privacy”. Tanto, Jeff Bezos l’ha rifilata a tale Andy Jassy. Sono azzi di costui.
Suntant Kathiw
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La Jeep del futuro si guiderà sott’acqua. Io non vedo l’ora di non comprarne una.
Nonno Abeffardo
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I produttori di repellenti per zanzare sono i migliori fabbricanti e commercianti al mondo: hanno un giro d’affari di 11 miliardi di dollari all’anno, che compriamo tutti, e le zanzare imperversano senza problemi. Hanno creato un business infinito!
Suntant Kathiw
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La UE ha decretato che dal 2035 eliminerà le auto benzina e diesel, e ci saranno solo auto elettriche. Fra 13 anni dovrò ricordarmi di comprare una delle ultime auto a benzina fabbricate e vendibili. D’altronde avrò solo 80 anni, e guiderò ancor bene.
Nonno Abeffardo
PILLOLE POETICHE
13
Il programma verrà chiuso.
Si è verificato un errore irreversibile.
Vuoi inviare la segnalazione a chi provvederà?
No, no. Provvederò meglio io.
Accontentandomi.
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14
Non basta la calma non basta la pace non basta il silenzio.
No, non serve rinchiudersi nel barattolo di miele.
Nemmeno se qualcuno ci mette poi il tappo.
E, reggendosi agli appositi sostegni?
Non si può evitare di cadere.
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15
Nazionali, internazionali.
Argomenti chiariti controllati certificati criticati.
Con il falso che comanda
e col capo che non vede.
E tu, sempre più piccino.
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16
Se non ti nascondi non riuscirai a brillare.
Se non sai essere pazzo non servirai a un bel nulla.
Se non sai cosa dire, non ti illudere che non sia colpa tua.
Se non riesci a tacere non ti ascolteranno più.
Se non riesci a bisbigliare, impara.
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17
Sono un dimenticatore di professione.
Posso arrotondare tutto quello che voglio,
ma tutto ritorna, e ritorna, e ritorna, e ritorna.
Non sono mai riuscito a capire e a farmi capire.
Mi capisce solo il silenzio. Ma forse nemmeno lui.
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18
Nel silenzio.
Un ronzio del macchinario e una botta all’avvio dell’altro.
Attendi che gli uccelli notturni inizino il loro canto.
Resti da solo, e da solo alimenti la tua rabbia.
E la gridi ai tuoi muri, così indifferenti.
LE PERLE DEI PIRLA
Le olimpiadi si fanno di notte, ma siccome a Tokyo c'è il sol levante, i giapponesi credono sia giorno.
Pierino di Montanaro
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Perché le pratiche per le pensioni degli uomini le fanno al Patronato e quelle per le donne non le fanno al Matronato?
Bepi Ciopadepan
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Urgentissimo: sapete dirmi il numero di telefono del 112?
Tony Luganega
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Ha cambiato tanti alloggi che li ha elencati in un libro: Le mie pigioni.
Paul Rice
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Un coltivatore particolarmente spericolato è un fattore di rischio?
Freddy Marchiori
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"In bocca al loop".
"Cessi il loop".
(Buoni auspici tra programmatori)
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Gli israeliani spiavano i giornalisti. Vista l'attendibilità sarebbe più opportuno controllare Topolino, Zagor e Tex Willer
Chaltron Teston
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Ho conosciuto un geometra americano. Siccome usano unità di misura in piedi, praticamente è un geopiede.
Pierino di Montanaro
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Le buche nelle strade sono utili: "Troviamoci al bar alla dodicesima buca". È più comodo, no?
Paul Rice
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E se la pandemia fosse una trovata dei poteri forti per impedire i raduni dei terrapiattisti?
John Stravolto
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Oggi ho dormito! Bei tempi quando mi svegliava mia mamma alle 7 invece che alle 8, dicendomi: "Sono le nove!".
Al Damerini
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-Mia moglie: Non sono stupida
-Io: Mi hai sposato
-Lei: Hai vinto
Freddy Marchiori
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Se tutti crollano nei sondaggi, la somma delle percentuali non arriverà oltre il 75/80%.
Gary Buja
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Che bello prima della posta elettronica ricevere lettere cartacee, seppur dopo giorni dall'invio: meglio tardi che mail.
Paul Rice
L'ANGOLO DELLA (S)CULTURA
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A cura di Manfredi Maria Miglio Marello
TANTE CASE
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Ho tante case, nessuna proprio mia:
sono casa di mamma, di papà, di nonna e zia.
Ho tante case, ciascuna col suo odore,
la luce, il buio, i miei giochi, il mio rumore.
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Ho tante case, nessuna proprio mia:
in tutte mi sgridano se dico una bugia,
in tutte c'è l'obbligo di lavarsi col sapone,
togliersi le scarpe e mettere via il pallone.
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Ho tante case, e a volte ne vorrei soltanto una,
ma poi penso che tante sia meglio di nessuna.
Penso di essere un bambino fortunato:
ho tante case, e in tutte sono molto amato.
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La Nonna racconta il nipotino
NEONATA FREQUENTA IL TERZO ANNO DI INGEGNERIA AEROSPAZIALE. I GENITORI FURBETTI RIESCONO AD ELUDERE LE LISTE DI ATTESA
Qui non si tratta del solito bambino prodigio. Prima di tutto perché trattasi di bambina (voce del verbo bambinare, prima coniugazione femminile singolare). In secondo luogo perché i bambini prodigio furono ben altri, come ad esempio Mozart, Michael Jackson, Shirley Temple, e più recentemente Matteo Renzi, che a due anni rottamava già i giocattoli, Silvio Berlusconi, che a tre anni toccava già il sedere alle maestre d’asilo, e Maria Stella Gelmini, che a sei anni si inventò il tunnel carpale per trasferire direttamente in forno le carpe del laghetto.
E non si tratta neppure dei famosi “figliol prodigo”, quelli che, nella versione vegana della Bibbia, tornavano alla casa paterna e venivano festeggiati uccidendo una melanzana grassa.
Qui si sta parlando di una storia di ordinaria furbetteria.
Come al solito le colpe dei genitori ricadono sui figli, in questo caso sulla povera Elisa, che, per motivi di privacy, essendo ultraminorenne, dovremmo chiamare con un nome di fantasia. Noi però la chiameremo sempre Elisa, in modo che il lettore, pensando che sia un nome inventato, non possa riconoscerla.
La bimba, per avere garanzia di un posto all’asilo-nido, è stata iscritta dai genitori un anno e mezzo prima che venisse concepita. In tal modo, al momento della nascita, risultava già prenotata da ben due anni scolastici, recuperando così un consistente numero di punti che l’hanno fatta salire ai primi posti in lista di attesa.
Grazie a un lontano prozio deceduto durante la guerra ’15-’18, a causa di una patata americana andatagli di traverso, essi hanno ottenuto anche il bonus destinato ai reduci di guerra.
Inoltre, il padre della bimba impiegato all’ufficio collaudi di una fabbrica di materassi, era stato sorpreso a dormire durante l’orario di lavoro e aveva ricevuto una lettera di richiamo. Tale diffida è tornata utile per dimostrare che il capofamiglia effettua un lavoro usurante, facendogli recuperare altri punti preziosi.
Non contento, il padre di Elisa avrebbe corrotto un bidello pregiudicato, il quale avrebbe parlato con una maestra precaria, la quale avrebbe informato il preside, per poter convincere il Provveditore agli Studi ad aggiungere un paio di punti, in quanto tifoso di una squadra di serie B. In sintesi: alla fiera dell’Est, per due soldi, due punti suo padre comprò.
Altri tre punti sono stati aggiunti per l’invalidità della nonna materna, che a novantatre anni, poveretta, ha perso la vista: davanti a casa sua è stato costruito un condominio di otto piani che le copre completamente la vista dell’inceneritore comunale.
Ebbene, sommando tutti questi bonus, la neonata, di soli otto mesi, avrebbe già il diritto, non solo di entrare in graduatoria per asili nido e scuole materne, o per le primarie, ma di iscriversi tout court al liceo scientifico più prestigioso della città, quello che garantisce la possibilità di accedere, senza sottoporsi ai test, alle migliori facoltà universitarie italiane ed europee.
E non è finita. Grazie al trasferimento di alcune famiglie per motivi di lavoro e alla sospensione per un anno di un paio di bimbi della scuola materna perché rubavano le merendine, la neonata potrà accedere direttamente al secondo semestre del terzo anno della facoltà di Ingegneria Aerospaziale.
Molto probabilmente, nel tempo trascorso per leggere questo articolo, la bimba si sarà già laureata e sarà in graduatoria alla NASA per il dottorato di ricerca sulla Teoria degli Ultrasuoni Biodinamici e sulla Fisica delle Corbellerie Cosmiche.
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LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.
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Italo Lovrecich
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