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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

CONSIGLI SALUTISTICI DELLA NONNA

LE BOTTE E RISPOSTE DI NONNA ABEFFARDA

ESISTE LA MACCHIA IMPOSSIBILE?

POCHI MEDICI? ARRIVANO LE LAUREE SOCIAL


Sembra che le associazioni dei medici stiano giungendo a un accordo per risolvere l’annoso problema della mancanza di camici bianchi.


Grazie all’avvento dei social, leggendo i commenti nei post a tema, ogni giorno è possibile interagire con veri e propri esperti di scienze mediche, che non possono esercitare la professione a causa della mancanza di una laurea.


Insospettabili meccanici, idraulici e addirittura addetti alla nettezza urbana (operatori ecologici per il mondo del politically correct), dispensano consigli su terapie per le più svariate patologie.


Addirittura, c’è chi ha in mano soluzioni a malattie semisconosciute e quasi incurabili, laddove neppure ricercatori preparati ed esperti sanno dove sbattere la testa.


La soluzione, ancora una volta, proviene dall’Accademia dei Cinque Cereali e consiste nel favorire l’assegnazione di lauree social in medicina agli esperti in materia che bazzicano in rete. Questo insolito ottenimento del dottorato sarà equivalente a quello riconosciuto negli atenei.


La proposta è stata accolta positivamente dalle principali associazioni di categoria, tanto che potrebbero dare il benestare già nei prossimi mesi.


Secondo alcune indiscrezioni sembra che per ottenere una laurea in medicina generale, sia richiesto uno dei seguenti requisiti: postare sui social almeno un centinaio di articoli medici e ricevere almeno cento like ciascuno, commentare almeno duecento post di medicina ottenendo un minimo di cinquemila riscontri positivi, oppure mettere almeno diecimila “Mi piace” a professori universitari o primari ospedalieri.


Per i corsi post-laurea di specializzazione social, i requisiti saranno valutati di volta in volta in base alla specialità. Ad esempio, per la medicina dello sport potrebbe essere sufficiente essere iscritto e interagire attivamente per almeno un anno a dieci gruppi che trattano argomenti sportivi.


Grazie a queste community sarà possibile contare su un’ampia scelta di specialità, pertanto, si prevede a breve di soddisfare il fabbisogno di camici bianchi in ogni settore della sanità pubblica.


L’Università di Pensologia di Torino, dopo aver meticolosamente preso visione degli argomenti trattati sui social dall’utente medio, prevede un eccesso di richieste di specializzazione in ginecologia.

SEMAFORI MODERNI

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GLI SCALTRI BARISTI BREVETTANO L’ACQUA DIRUBINETTO

ARA ET LABORA

NONNA RAI



La televisione italiana festeggia i suoi primi settant’anni. Mamma Rai è diventata nonna, ma quelli che hanno all’incirca la sua età se la ricordano bambina.


Il mio rapporto con la televisione iniziò ben prima di possedere un televisore. Iniziò con la radio, una prodigiosa radio dotata di modulazione di frequenza, che rendeva possibile sintonizzarsi anche con il canale TV. Appollaiate su uno scranno in cucina, mia sorella ed io ascoltavamo l’audio della TV dei Ragazzi: le avventure di Lassie, Rintintin, Braccobaldo, Topo Gigio. Non era come vederli, ma avevamo quella capacità di adattamento che alle generazioni successive è venuta a mancare: con l’aiuto della fantasia, e di un udito attento per non perdere né una parola né un rumore, riuscivamo a dare una rappresentazione visiva alle parole.


I primi televisori, ovviamente in bianco e nero, erano ingombranti e costosi. Non tutte le famiglie se li potevano permettere.


I vicini del piano di sopra l’avevano, e ci invitavano a vedere Canzonissima, il Festival di Sanremo e qualche sceneggiato a puntate. Di canzonette e balletti non mi importava niente (esattamente come adesso). Ero poco interessata anche alle vicende complicate di certi sceneggiati deprimenti: dopo i titoli di testa mi addormentavo regolarmente sul divano degli ospiti. Alla fine delle trasmissioni e delle chiacchiere io continuavo beatamente a dormire, e papà mi riportava a casa in braccio. Mia sorella, che era più grande e riusciva a guardare, sveglia, anche i programmi più soporiferi, ci seguiva per le scale con in mano le mie scarpe.


Dopo qualche anno di sfruttamento del divano e del televisore dei vicini, lo acquistammo finalmente anche noi. Fu un evento epocale, che si meritò un brindisi in famiglia con la gazzosa.


Un mondo nuovo si spalancò ai nostri occhi: l’America leggendaria entrava in casa grazie ai documentari, ai film e ai “cartoon”. Talvolta appariva Walt Disney in persona a presentare le sue meravigliose storie animate.


Trasmissioni a premi come “Lascia o raddoppia” e “Il rischiatutto” ci tenevano incollati davanti allo schermo, scommettendo su questo o quel concorrente, e nel frattempo imparavamo qualche nozione di cultura generale. E nonostante sapessimo già da un pezzo leggere e scrivere, a volte si indugiava su “Non è mai troppo tardi”, affascinati dalla scrittura elegante e dall’abilità nel disegno del mitico Maestro Manzi.


Gli spot pubblicitari del famoso “Carosello” stimolavano curiosità e desideri per ogni nuovo prodotto.


La TV mi faceva sognare, ma a volte mi angosciava, con i suoi servizi sulla guerra fredda, sui disastri naturali, sui rischi della prossima bomba atomica. Imparammo il significato di “congiuntura economica”, e ascoltammo le promesse menzognere dei politici, guardandoli finalmente in faccia durante i dibattiti di “Tribuna Politica”.


Con le sue frequenti interruzioni Nonna Rai ci insegnava anche la pazienza e il controllo della rabbia. Non esisteva ancora l’antenna centralizzata né tantomeno satellitare. Quei televisori preistorici erano dotati di una specie di minuscola antenna, detta “baffo”, che avrebbe dovuto catturare il segnale: perciò veniva spostata, ruotata, inclinata e nervosamente maltrattata ogni volta che l’immagine si faceva zigzagante o puntinata o, peggio, nera. Ma non sempre funzionava.


Qualche volta il programma si interrompeva improvvisamente, e appariva il messaggio “Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile”. Era frustrante, nonostante l’accompagnamento musicale e le immagini di greggi al pascolo in luoghi idilliaci. “Ancora le pecore!” tuonava incollerito papà quando queste scene bucoliche interrompevano per la terza volta il suo programma preferito. A quel punto non restava altro da fare che andare tutti a letto, mugugnando per l’ingiustizia, le colpe della Rai e l’ostilità del mondo intero.


Ma in alternativa, restava la lettura di un libro: un piacere senza tempo che nemmeno la TV è riuscita a farci dimenticare.

LA PUNTUALITÀ IN EUROPA

BIANCHERIA INTIMA D’ARTE

PRESEPE GATE, INDAGATO SAN GIUSEPPE


Scoperta sensazionale: i re Magi erano dodici, gli apostoli soltanto tre.


Sono passati più di duemila anni, ma si prospetta un serio problema legale per la Sacra Famiglia.


Dalle indagini della procura di Betlemme, sembrerebbe che, il 6 gennaio, a far visita al bambinello fossero giunti addirittura una dozzina di re Magi per omaggiare con doni di ogni genere il nascituro, ma Giuseppe ne avrebbe dichiarati soltanto tre per distrarre oggetti di valore ed evitare le tasse sulle donazioni.


Secondo gli inquirenti Giuseppe avrebbe provveduto al pagamento di IVA e dazio soltanto per oro, incenso e mirra, omettendo gli omaggi di altri nove re sopraggiunti alla capanna.


Comparando le foto di svariati presepi con la tecnica del riconoscimento facciale, è emerso infatti che a Betlemme, la notte dell’epifania, ci sarebbero stati diversi altri Magi a omaggiare il figlio di Dio.


Pare infatti che siano stati portati, da altri nove re, anche: argento, Chanel n° 0, origano, tè, lavanda, tabacco, sale rosa dell’Himalaya, Noce moscata e peperoncino di Soverato.


Le analisi scientifiche dei RIS di Nazareth avrebbero rilevato tracce di questi ultimi prodotti nella mangiatoia posta sotto sequestro preventivo. Verosimilmente Giuseppe avrebbe nascosto nel materasso di Gesù tali doni dichiarando solo i tre indicati nelle sacre scritture contabili.


Un magistrato zelante, che sin dai tempi del catechismo si domandava cosa fosse la mirra, ha sentito “puzza di bruciato”, come si dice in gergo, e ha deciso di indagare a fondo su questo insolito regalo per un neonato (come se fosse normale regalare tabacco, sale rosa, ecc.).


Siccome in quei tempi, nel settore del diritto amministrativo e penale non era ancora in vigore la prescrizione, Giuseppe sarebbe tutt’ora perseguibile a norma di legge e rischia una pesante ammenda oltre a un lungo periodo di detenzione.


Pare che sia arrivato un avviso di Garanzia anche a Maria Vergine, che tuttavia sembrerebbe estranea ai fatti contestati al marito.


Non potendone rispondere San Giuseppe di persona, la magistratura avrebbe il diritto di rivalersi sui legittimi eredi.


Lo stesso magistrato, estendendo l’indagine a tutta la famiglia, avrebbe inoltre scoperto che intorno all’anno 33 d.C. (cioè dopo se stesso), Gesù Cristo millantasse molti più seguaci di quelli che in realtà aveva, tipica prassi utilizzata ancora oggi dagli influencer moderni. Pare che gli apostoli fossero soltanto tre, ma che abbia astutamente gonfiato i numeri per motivi di marketing. Secondo l’avvocato del diavolo, difensore d’ufficio nominato dalla Procura di Gerusalemme, quest’ultimo capo di imputazione non costituirebbe reato.

SINCOTTO

CAPPUCCETTO INFRAROSSO?

GLI SCALTRI BARISTI E L’ALCOLTEST

gennaio 2015 / gennaio 2025

INTERVISTA ALLA MORTE

HAPPY GNU YEAR!

Continua...

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