Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
INFLUENCER CHIEDE DI PAGARE UN CAFFÈ TRENTA EURO
Cosa non si farebbe per un po’ di visibilità sul web? Parlarne bene, parlarne male, purché se ne parli, e che aumentino i follower.
Il noto influencer Tardoc, conosciuto in tutto il quartiere per le sue singolari trovate che lo hanno portato alla ribalta del web e sulle prime pagine dei social, seguito su Tik Tok da innumerevoli amici e parenti, ha fatto parlare di sé per l’ennesima volta.
Si è recato al Bar Laterale di Brevigliasco (ubicato in posizione decentrata rispetto al Bar Centrale) e ha ordinato un caffè con l’intento di pubblicare lo scontrino sui propri profili social.
Con sommo dispiacere ha avuto l’amara sorpresa di vedersi addebitare un euro e trenta per un decaffeinato macchiato caldo. Troppo poco per generare una protesta che potesse far presa sugli innumerevoli follower.
Così l’influencer ha protestato in maniera piuttosto marcata col titolare del bar, a tal punto che sono dovuti intervenire i soci della bocciofila (purtroppo le forze dell’ordine della locale stazione il martedì sono chiusi per turno di riposo).
Alla fine, grazie all’esperienza del bocciatore di prima, giunto sul posto poco dopo, è tornata la calma ed è stato raggiunto un compromesso storico: il tardoc avrebbe offerto il caffè a tutti pagando con uno scontrino cumulativo di ben trentun euro, pubblicabile sui social.
Il conto sarebbe stato in realtà di trenta euro ma il barista, preso dall’euforia per l’incasso inaspettato, ha esclamato: “Abbiamo calcolato trenta, facciamo trentuno”.
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Paul Rice – ACC
Al Bar Laterale un bombolone alla crema e un caffè costano meno di tre euro, ma il cappuccino con litografia d’autore può rappresentare un vero salasso.
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Gli scaltri baristi, grazie al loro spirito del buon samaritano, sono disponibili ad andare incontro al Tardoc e a tutti gli aspiranti “tardoc”, impegnandosi a far pagare i caffè anche cinquanta euro l’uno, il giusto prezzo per una buona visibilità.
DOPO GLI ELETTRODOMESTICI, TORNANO GLI ELETTROSELVATICI
L’uomo, anzi, la donna, ha impiegato decenni per addomesticare gli apparecchi elettrici alimentati a corrente elettrica.
Questi apparati sono molto utili per le faccende domestiche e non solo: le lavatrici e le lavastoviglie fanno risparmiare tempo e fatica, gli asciugacapelli e i forni a microonde sono ormai oggetti di uso quotidiano, ma il frigorifero è assolutamente indispensabile. Tanto per citarne alcuni tra i più comuni.
Senza questi simpatici aiutanti lo stress e l’impegno fisico per le casalinghe sarebbe, con i ritmi di oggi, assolutamente insostenibile.
Ultimamente si sta assistendo a una regressione degli elettrodomestici, soprattutto quelli a tecnologia avanzata, poiché tendono a ribellarsi di fronte ai comandi impartiti dagli umani.
Essi tendono ad agire autonomamente a tal punto da diventare veri e propri elettroselvatici. E non c’è tasto “OFF” che riesca a porvi rimedio.
Secondo gli esperti la ragione di questi curiosi comportamenti va ricercata nelle famiglie moderne, dove anche l’uomo si occupa di faccende di casa. Pare infatti che i mariti (o i single) non abbiano abbastanza polso da tenere testa agli elettrodomestici, che finiscono inevitabilmente per diventare scostanti e poco collaborativi, fino a inselvatichirsi.
Secondo una corrente di pensiero alternata, sarebbe consigliabile acquistare direttamente gli elettroselvatici e provvedere personalmnete a fornire loro una corretta educazione in base alle proprie necessità.
Questi apparecchi selvaggi costano meno degli elettrodomestici, ma occorre avere pazienza e metodo perché, se lasciati liberi, vanno in giro per casa comportandosi incivilmente.
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Paul Rice - ACC
Aspirapolvere addomesticato: la massima aspirazione per un bidone.
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Grazie agli incassi è più semplice addomesticare e limitare i comportamenti bizzarri degli apparati elettrici da cucina.
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Piastra a induzione vetroceramica allo stato brado.
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Elettroselvatico impazzito, scappa di casa e divora l’erba del prato.
IN ARRIVO IL QUARTO D’ORA SOLARE
COME FANNO A SPOSTARE LE LANCETTE COLORO CHE HANNO L’OROLOGIO DIGITALE?
Da anni si discute sull’utilità che comporta l’adozione dell’ora legale. Sembra che, grazie a questo accorgimento, sia possibile risparmiare ingenti cifre sui costi di illuminazione, con evidenti benefici in termini di impatto ambientale.
Purtroppo, come ogni scelta, ha i suoi lati negativi. Il più importante la modificazione dei bioritmi; da un giorno all’altro si pranza, si cena, si va a letto e ci si sveglia alla solita ora, ma con un’ora di differenza rispetto al giorno prima. Il corpo ci mette mediamente un mese a riprender i nuovi ritmi, e nel frattempo alcuni organi scendono addirittura in sciopero e altri organizzano cortei spontanei NO LEG provocando pericolosi e incontenibili sommovimenti, specie tra l'intestino crasso e il colon discendente.
Per ovviare a questo fastidioso inconveniente è intervenuta una task force composta dall’Accademia dei Cinque Cereali e dall’Università di Pensologia di Torino che, dopo aver studiato a fondo il problema, sembra averlo risolto in maniera definitiva e a impatto zero sulla salute fisica (incidendo leggermente sulla salute psichica).
Si tratterebbe, il prossimo 29 ottobre, di spostare le lancette dell’orologio indietro di un solo quarto d’ora.
La domenica successiva si sposterà l’orologio indietro di altri 15 minuti e il 12 novembre di un altro quarto d’ora.
L’operazione verrebbe completata domenica 19, quando, magno cum gaudio, si raggiungerà completamente l’ora solare, senza che i bioritmi (e i bio-borborigmi) vengano messi a dura prova.
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Freddy Marchiori assisted by Dott.ssa Hop-là – ACC (OTTOBRE 2017)
Gli orologi antiorari si sposteranno indietro o avanti?
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LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.
LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE
IN PILLOLE
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Il cervello deve riposare. I tempi di inattività sono necessari. La scienza dimostra che ci aiuta a essere più sani, concentrati, produttivi. E creativi. La Professoressa Elissa Epel del dipartimento di Psichiatria della Facoltà di Medicina dell’Università della California a San Francisco: “Il tempo libero è importante per la salute e per il corpo, ma anche per la mente”. Robert Poynton, autore di “Do Pause: You Are Not a To-Do list”: “Anche i più brevi momenti di inattività sono importanti”. La rivista PLOS One ha esaminato come le “micro-pause” possano influenzare il benessere, aumentando il vigore e riducendo l’affaticamento. Dice Amber Childs, Psicologa e Professoressa associata presso il Dipartimento di Psichiatria della Yale School of Medicine: “La maggior parte degli americani pensa al tempo libero come a qualcosa di extra, un piacere che deve essere guadagnato solo dopo aver svolto tutti i compiti produttivi. Ma, al contrario, il tempo libero resta un bisogno umano fondamentale”. Puoi ottenere un riposo profondo attraverso lo yoga, o la meditazione consapevole. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “C’è gente con il cervello riposatissimo. Mai adoperato!”.
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I giovani si lamentano dei vecchi. Li ritengono più felici, e con prospettive future migliori. Secondo Ipsos, avevano maggiori opportunità lavorative, prospettive per il futuro più rosee, e persino una migliore qualità delle relazioni sociali, a dispetto della mancanza dei social e di internet. Solo due giovani su cinque vedono bene il futuro, e il 71% giudica l’attuale vita distante dal proprio ideale. E il 35% dice che lascerebbe l’Italia per avere migliori opportunità lavorative e uno stipendio più alto. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino, 107 anni: “Avverto: diverranno vecchi anch’essi. Forse.”.
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Ridere fa bene. Il concetto di ridere come medicina ha preso forma legislativa a Yamagata, in Giappone, dove è stata approvata un’ordinanza che invita a farlo una volta al giorno, per promuovere la salute fisica e psicologica. La locale Università ha sostenuto, nientemeno, che ridere di frequente riduce il rischio di morte precoce. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “In Italia, viceversa, si dovrebbe ridere per non piangere”.
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Ridere di frequente riduce il rischio di morte precoce? Certe affermazioni sono davvero pericolose: ad esempio, questa mi fa morire dal ridere. Nonna Abeffarda
ENTANGLEMENT
Trattasi di un fenomeno relativo alla fisica classica ed alla meccanica quantistica, secondo il quale se due particelle subatomiche di una stessa entità, oppure due entità disgiunte e non necessariamente correlate ma affini, che siano in prossimità (quindi distanti un micron, e pertanto indissolubilmente legate), oppure a distanza di anni luce, vengono sollecitate da un intervento esterno, si muoveranno contemporaneamente, seguendo un preciso movimento rotatorio, seppure anche eventualmente con movimenti speculari. Il fenomeno si manifesta istantaneamente: non è possibile quantificarne il tempo di azione e reazione.
Per il profani che non hanno mai sentito parlare di quanti (quanti sono?) l’applicazione più facilmente comprensibile comporta l’utilizzo di un uomo e di una donna. Se un intervento, interno o esterno, che sia conscio o inconsapevole, che sia realizzato volutamente o spontaneo, determina l’incontro di due uniformità di consapevolezze, i due soggetti inizieranno a gravitare in un’orbita che li obbligherà, per approssimazioni successive, a ricongiungersi, con il fine ultimo dello scambio di fluidi corporei.
La recente proliferazione di generi ha tuttavia sconvolto e alimentato confusione, nella comunità dei ricercatori e degli scienziati, generando perplessità in merito alla validità della meccanica quantistica: è impossibile applicare le teoria alle variabili di genere di cui si apprende ogni giorno, ormai infinite.
Ma è molto più semplice e comprensibile applicare questa teoria agli ammennicoli del rappresentante maschio della razza umana. Essi convivono a brevissima distanza per tutta la vita dell’individuo che li sfoggia, ed è dimostrato che siano soggetti frequentemente a rotazioni, consapevoli o inconsapevoli.
Non è stato scientificamente provato per quale fenomeno di meccanica quantistica essi ruotino o in senso uguale o in senso contrario. Ma pare che sia stato dimostrato che negli individui umani dotati di intelligenza superiore il fenomeno di rotazione sia particolarmente evidenziato in vicinanza di ogni fenomeno o di ogni individuo con marcate tendenze di sinistra. Sarebbe la dimostrazione scientifica che qualsiasi fenomeno o manifestazione di destra sia preferibile, in natura.
In conclusione, analizzando scientemente la teoria dell’Entanglement, è acclarato che è avvenuto un fenomeno che finalmente ti rende edotto, consapevole e compartecipe, che il qui presente umorista ha scritto solo un universo di cacchiate.
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Professor Italo Miglio (MARZO 2017)
LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.
AVVOCATO SPENDE UNA FORTUNA ALLE CORSE DEI CAVILLI
Un noto legale di Burlate sul Serio, tutti i fine settimana si recava al cavillodromo locale dove scommetteva ingenti somme sulle corse dei cavilli.
Su incarico del G.I.P. (Guastafeste Indagatore Professionista), gli inquirenti, hanno raccolto prove sufficienti ad avviare un’azione disciplinare di fronte al G.U.P. (Giocatore Ultra Prodigo), per stabilire l’entità del danno economico.
Sembra che l’avvocato, un giovane settantaduenne, prelevasse direttamente dal proprio conto le somme in contanti per puntare tutto su queste curiose gare.
Le corse ai cavilli sono una delle innumerevoli trovate nate sulla falsariga del fantacalcio. In questo caso totalizzano punti, e vincono la “corsa”, i cavilli che hanno condizionato favorevolmente le sentenze della settimana.
È possibile recarsi al cavillodromo comunale il sabato per assistere di persona alla competizione ed effettuare puntate scommettendo sulla vittoria dei cavilli preferiti (i famosi cavilli di battaglia).
Il principe del foro, così noto da rendere superflua la citazione delle proprie generalità, ha negato e respinto ogni addebito, ma pare che una telecamera di insicurezza lo abbia ripreso proprio mentre era intento a tifare per il proprio “appiglio legale”.
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Paul Rice – ACC
Il fotogramma che inchioda l’avvocato: lo potete chiaramente vedere quasi al centro dell’immagine.
CHI CI HA CREATO?
Questa domanda mi permette di introdurre il tema di oggi: il catechismo.
Tanto tempo fa, quando i nonni di oggi erano ancora dei bambini, a sette anni si andava in chiesa a lezione di catechismo. Ci andavamo tutti: non ricordo di compagni esonerati perché testimoni di Geova, musulmani, buddisti, ebrei, né tantomeno atei (nemici di Dio che non si potevano neppure nominare, se non facendosi il segno della croce). Anche se oggi sembra strano, nel periodo tra la fine della guerra e gli anni settanta noi italiani, dal Nord al Sud, eravamo tutti cattolici. Le lezioni di catechismo erano tenute dai preti, e affrontavano alcune questioni fondamentali sulla natura di Dio e sui nostri doveri verso di lui. Dovevamo imparare a memoria le risposte a precise domande, anche se non ne capivamo il senso. Alla fine dei corsi, per poter fare la Prima Comunione, si sosteneva un piccolo esame.
Alcuni enunciati erano comprensibili anche a noi bambini, e potevamo accettarli senza pensarci troppo. Per esempio, la prima domanda, con relativa risposta, era:
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CHI CI HA CREATO?
CI HA CREATO DIO.
Non so voi, ma a creare me deve essere stato uno spirito libero da canoni estetici, dotato di senso dell’umorismo, ma completamente privo di senso della simmetria e delle proporzioni. Infatti, mi creò bassa e alquanto storta.
Ma a sette anni ero fiera di essere una creatura di Dio. Cioè, credevo in un indefinito “prima” in cui non c’era nessuno, e che ad un certo punto Dio, forse un po’ annoiato dalla monotonia dell’universo, avesse deciso di crearci, facendoci diversi gli uni dagli altri: alti o bassi, biondi o bruni, gentili e sorridenti o incazzati e maneschi, a suo piacimento.
La domanda successiva era:
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CHI È DIO?
DIO È L'ESSERE PERFETTISSIMO, CREATORE E SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.
Quindi Dio era perfettissimo, superlativo assoluto di perfetto, che è già di per sé un aggettivo che non ammette confronti. Inoltre ci aveva creati, quindi aveva senso che fosse anche nostro Signore, e che avesse il massimo potere su di noi. Me lo immaginavo come il signorotto del castello medievale, che aveva potere di vita e di morte sui servi della gleba, come avevamo studiato in storia.
Seguiva una serie di domande a risposta metafisica, del tipo:
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DOV’È DIO?
DIO È IN CIELO, IN TERRA E IN OGNI LUOGO.
E qui la mia povera mente di bambina di seconda elementare iniziava ad avere difficoltà. Niente di ciò che conoscevo poteva stare in più luoghi contemporaneamente: i passeri e i piccioni potevano stare in cielo e in terra, ma non allo stesso tempo. Forse i coccodrilli potevano trovarsi in acqua e in terra, nel senso di avere la testa e le zampe sulla terraferma, ma la coda ancora in acqua. Ma di sicuro non potevano stare in cielo. Così rimuginavo a vuoto.
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CHE SIGNIFICA CHE DIO È “PERFETTISSIMO”?
“PERFETTISSIMO” SIGNIFICA CHE DIO È SENZA DIFETTO E SENZA LIMITI, OSSIA CHE EGLI È POTENZA, SAPIENZA E BONTÀ INFINITA.
A questo punto saltò fuori in tutta la sua virulenza il mio lato polemico, e osai protestare: bontà infinita? E le guerre allora? E il cane randagio cieco da un occhio che certi ragazzetti del quartiere prendevano a sassate? E la nostra compagna Mirella che era nata sfigurata dal labbro leporino?
Fui subito zittita dal prete, il quale, con la scusa che avevo interrotto la lezione senza aver prima alzato la mano, mi spedì fuori dall’aula.
Dopo questo episodio mi guardai bene dal porre altre domande, e quando non capivo me lo tenevo per me. A costo di prendere svarioni che sconfinavano nell’eresia, come capitò a proposito della domanda successiva:
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DIO È SEMPRE STATO?
DIO È SEMPRE STATO E SEMPRE SARÀ.
Vuoi perché non ero stata attenta alle spiegazioni del prete, vuoi per le mie difficoltà a immaginare un tempo infinito, e vuoi per la forte influenza che il dialetto ancora esercitava su di me, interpretai quel “sarà” come “chiuso”, perché è questo che significa “sarà” in piemontese.
Dunque, Dio è sempre stato chiuso. Punto. Che in fondo aveva anche senso: Dio è un tipo chiuso in se stesso, poco socievole e di poche parole, come confermavano le illustrazioni, dove Egli era sempre rappresentato come un vecchio severo, e a dirla tutta un po’ altezzoso.
Non ricordo come si svolse l’esame, ma probabilmente non mi fu chiesta spiegazione di questa particolare qualità divina. Così, fui promossa, e allegramente ammessa alla mia prima comunione con tale “ermetica” divinità.
Sto ancora aspettando che questa divinità si apra, e mi spieghi.
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Stefania Marello - ACC
Bambina interroga un coccodrillo sulla sua ubiquità
LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE
Lo studio dell’Irccs San Raffaele di Roma con l’Università di Roma La Sapienza e l’Università di Napoli Federico II, dice che l’aumento del rischio cardiovascolare nei pazienti affetti da Covid si protrarrà per anni. 32mila su 229 mila pazienti hanno eventi cardiovascolari e/o cerebrovascolari: infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi. Attenti alle conseguenze! Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Ne consegue che, in considerazione che la maggior parte di infettati dal Covid è statisticamente stato pre-inoculato dal siero sperimentale con effetti deleteri, obtorto collo o volontariamente, anche chiunque abbia contribuito a vessare gli italiani con obblighi dovrebbe stare attento alle conseguenze. Lo spero”.
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Svegliarsi presto porta benefici a livello umorale, toglie l’ansia, aiuta a seguire i ritmi della natura, sintonizza sui ritmi circadiani, aiuta a mantenere la calma perché si ha più tempo a disposizione, si ha un positivo rallentamento del ritmo cardiaco, si dorme meglio la notte dopo, la mattina è ideale per fare sport, si è meno depressi. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Poi in tarda età ti trovi ad andare a letto presto e ad alzarti presto senza averlo deciso. Per non parlare di frequenti visitine al bagno causa pipì”.
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Stare fermi davanti ad uno schermo aumenta la possibilità di disfunzione erettile. Il corpo è programmato per muoversi, ma lo si fa poco. Un gruppo di ricercatori ha pubblicato su Andrology uno studio che lo certifica. Sono stati utilizzati i dati sulle variazioni delle sequenze geniche fornite da 220mila uomini tra 40 e 69 anni estratti da un database precedente. “Digital 2024: Global Overview Report”, un’analisi a livello mondiale condotta da Datareportal, riporta che l’utente di Internet trascorre online molto più di 6 ore ogni giorno. Interventi sullo stile di vita potrebbero ridurre la diffusione della disfunzione erettile dal 66 al 44%. Ma contribuirebbero regolare attività fisica, corretta alimentazione, normalizzazione del peso, eliminazione di fumo e di alcol, mantenimento di un equilibrio psico-fisico, riduzione dello stress, ricerca di un equilibrio di parametri caratteristici del dismetabolismo come diabete e ipercolesterolemia. E, per il movimento, l’esercizio aerobico di nuotare, pedalare, correre, è l’attività più efficace per migliorare l’erezione, poiché mette in attività l’apparato cardiovascolare, stimola il metabolismo, agisce sull’abbassamento dello stress. L’allenamento anaerobico invece aiuta ad aumentare il livello di testosterone che ha grandissima importanza nel regolare la libido, e l’attività sessuale in genere. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Conosco un nonno incapace di usare il computer, che non possiede nemmeno il televisore. Probabilmente ha un obelisco di notevole pregio”.
NUOVE PROSPETTIVE PER LA CURA DELLA CALVIZIE
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Gentilissima e sapientissima Accademia dei Cinque Cereali,
ho venticinque anni e sono afflitto da calvizie precoce. Ormai i capelli mi sono caduti tutti. In un primo momento ho cercato di reagire e trovare i lati positivi, come il fatto che si era risolto il problema della forfora e che assomigliavo a Maurizio Crozza, ma col tempo e con la caduta degli ultimi capelli, mi è caduto il mondo addosso e sono caduto in depressione.
Leggo sovente sui giornali le pubblicità del trapianto autologo di capelli, utilizzando cioé quelli ancora presenti in alcune aree della testa.
Ma se i tutti i capelli sono spariti esiste una soluzione alternativa alla parrucca?
Con i migliori saluti.
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Calvino Capatonda
Caro Calvino,
la calvizie maschile è una condizione sempre più diffusa. A tutti sarà capitato di osservare vecchie foto degli anni settanta: ciò che salta subito all'occhio sono le zazzere lunghe e folte dei ragazzi, oltre agli striminziti, orrendi pantaloni a zampa di elefante. Con i corsi e ricorsi della moda, le zampe di elefante son tornate, ma le zazzere purtroppo no. Sempre più uomini al di sotto dei trent'anni, come il nostro amico Calvino, hanno problemi di perdita di capelli, e poiché i riportini non piacciono più (ammesso che siano mai piaciuti a qualcuno) molti si radono completamente, come a dimostrare che non gliene importa nulla.
Se invece non ci si vuole rassegnare, esiste la possibilità, come scrive Calvino, di ricorrere al trapianto dei propri capelli. Nel caso non ce ne siano più, la scienza e soprattutto la fantasia possono sbizzarrirsi in varie ipotesi.
La prima è di utilizzare i peli. Sappiamo tutti quali sono le zone del corpo umano maggiormente ricche di peli, perciò sarà da quelle zone che verranno prelevati per i trapianti. Sull'esito estetico non si garantisce nulla, e nemmeno su quello olfattivo, almeno finché il pelo non sarà ben attecchito e ci si potrà permettere uno shampoo.
La seconda possibilità consiste nell'usare cellule staminali del capello, prelevate in gioventù, e congelate fino al momento del bisogno.
Un esempio di questa tecnica ci viene fornito dal famoso gruppo musicale "I cugini di Campagna": pare che i suoi componenti da giovani sfoggiassero le parrucche, e solo di recente si siano fatti trapiantare i capelli, ottenuti dal loro stesso DNA scongelato.
Se si volesse estendere a chiunque questa possibilità, si dovrà fare attenzione allo scandalo del DNA mitocondriale, alle denunce dei vari movimenti per la vita ed al traffico di bulbi piliferi, a vantaggio dei soliti noti: i politici e gli speculatori.
Molti giovani, disoccupati e indigenti, rischiano di essere truffati da trafficanti di capelli senza scrupoli che, dando nuovi significati all'espressione "carità pelosa", lucrano sulle loro chiome lasciandoli precocemente calvi, e senza prospettive nel futuro.
Terza ipotesi: sfruttando la tecnologia di stampa tridimensionale ci si potrebbe far tatuare i capelli sul cranio pelato, uno ad uno. Se si sopravvive al dolore e alle infezioni, il problema sarà risolto definitivamente. Soltanto in casi sfortunati i capelli tatuati potrebbero sbiadire, dando luogo ad una canizie precoce.
L'ultima ipotesi, ancora in fase di studio, è il metodo Trump, ecologico ed equo-solidale: quando il mais è al giusto punto di maturazione si raccolgono le cosiddette "barbe di pannocchia", si faranno poi tingere nella sfumatura preferita e acconciare dai migliori coiffeur. Al bisogno si faranno aderire al cranio con striscioline di scotch (attenzione: del tipo adesivo, non alcolico).
Ci auguriamo che questa risposta possa soddisfare il nostro Calvino e tutti i ragazzi afflitti da analogo problema.
Dottoressa Stephanie Hop-là
Dermatologa - Specializzata in trattamenti di lana caprina
LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.
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Ipotesi di trapianto barba-capelli ancora in fase sperimentale
TASSE DI SUCCESSIONE ANCHE SULLE MALATTIE EREDITARIE
Il governo ha promesso che non avrebbe aumentato la tassazione ai cittadini. Del resto, fra imposte, IVA, tasse di ogni genere, accise e gabelle fantasiose, gli onesti lavoratori sono sempre più tartassati. Essi devono provvedere sia allo Stato, sia al mantenimento della propria famiglia e, spesso, lavorare e produrre al massimo delle proprie capacità, non è sufficiente a colmare il vuoto lasciato dal debito pubblico.
Ma laddove non si possono aumentare le tassazioni oltre i limiti del buon senso, al nobile scopo di sovvenzionare guerre e transizione green, è sempre possibile ideare nuove imposizioni fiscali.
Il governo ombra di Brevigliasco sta infatti pensando di introdurre una tassa di successione sulle malattie ereditarie. Si tratta si un settore sinora ignorato, in grado di dare ampio respiro alle casse dello Stato.
Del resto, ogni patologia di carattere familiare, comporta spese per la sanità che accompagneranno a vita l’erede designato.
D’ora in poi, ricevere la convocazione da un notaio per un’eredità ricevuta dal classico “zio d’America”, non sarà accolta in maniera positiva così come siamo da sempre abituati, ma potrebbe nascondere pericolose insidie di carattere fiscale, oltre che potenzialmente dannose per la salute.
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Paul Rice – ACC
Un notaio-medico, in grado di valutare la provenienza delle patologie.
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I legittimi eredi del direttore del Louvre: qualora avessero ereditato qualche insolito disturbo, verrebbero letteralmente tar-tassati.
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Ispettrice dell’agenzia delle entrate verifica una possibile omissione nella dichiarazione di successione
PIZZA PRIDE: IL DIRITTO DI METTERE L’ANANAS SULLA PIZZA
Si è svolto ieri a Frottola Valtrompia, nel bresciano, il primo Pizza Pride.
Si tratta di una manifestazione unica nel suo genere, organizzata dall’Associazione Italiana Pizzaioli Fruttariani per sensibilizzare la popolazione su un argomento delicato e controverso: l’ananas sulle pizze.
Da anni è stato sdoganato l’uso di prodotti alternativi come la Nutella e le patatine fritte sul prodotto italiano più famoso nel mondo, sono accettati persino i tortellini, ma l’ananas è tutt’ora considerato un vero abominio, al limite del disgustoso.
Qualche pizzaiolo ha tentato di inserire a tradimento ingredienti poco convenzionali aggiungendo nel menù pizzeria la voce “fantasia del pizzaiolo”, ma è stato prontamente ripreso e apostrofato quando il cliente affamato si è ritrovato il delizioso frutto tropicale sulla salsa di pomodoro.
Da qui la necessità di organizzare un evento di richiamo, con risonanza a livello nazionale, per sensibilizzare su questa pratica, poiché i tempi sono maturi, e gli ananas anche, allo scopo di accettare e fare entrare di diritto questi e altri frutti nel forno a legna.
La manifestazione ha visto la partecipazione di sessantamila persone secondo la questura, dodici secondo la signora Pina che abita sulla via dove si è svolto il corteo.
Alla sfilata ha partecipato anche un carro allegorico a emissioni zero. Gli ambientalisti hanno tuttavia protestato per l’uso dei forni a legna altamente inquinanti, auspicando la conversione in forni elettrici a impatto ambientale ridotto.
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Paul Rice – ACC
Come cambia la quattro stagioni: non solo ananas, ma anche fragole e altri frutti di… stagione.
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Tutti pronti a salire sul carro del mangiatore.
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E dopo la sfilata tutti al luna park tematico.
Gli scritti che contengono riferimenti a persone realmente esistenti hanno il solo scopo (si spera) di far sorridere e sono frutto del vaneggiare degli autori. Se tuttavia qualcuno non gradisse un articolo o una sua parte può chiederne la rimozione all’indirizzo di cui sopra, motivando l’istanza.
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