Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE
IN PILLOLE
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I moscerini della frutta possono andare in depressione. Sembra che subiscano un invecchiamento accelerato con durata di vita ridotta se vedono altri esemplari morti. Lo studio degli scienziati dell’Università del Michigan ha rilevato che hanno subìto una riduzione del 30% della durata della vita. I ricercatori hanno trovato dei circuiti cerebrali specifici attivati vedendo i morti della loro specie. I neuroni R2 e R4 sono risultati particolarmente attivi; questa esperienza ha generato uno stato depressivo. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Il moscerino della frutta ha l’indice di eliminabilità molto inferiore alla cimice, meno della mosca, ancor meno della zanzara. Si può desumere che se questi fastidiosissimi micro-insetti vivono meno è soltanto una benedizione”.
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I bambini abusati invecchiano prima. La violenza lascia alterazioni indelebili sul DNA e può compromettere la salute da adulti. Uno studio britannico pubblicato sul British Journal of Psichiatry riporta i risultati di un’analisi retrospettiva su 141.748 inglesi fra 37 e 73 anni. Le violenze sofferte nell’infanzia accorciano i telomeri, la parte di DNA che “decide” quanto vivremo. E possono provocare anche più tumori. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino, 107 anni: “Felice di non essere nato in quel posto orrendo”.
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Gli infarti gravi e fatali sono più comuni di lunedì. A inizio settimana, il rischio di un attacco cardiaco letale è superiore del 13%. Lo dimostra una ricerca irlandese, del Belfast Health and Social Care Trust e del Royal College of Surgeons in Irlanda, presentata dalla British Cardiovascular Society (BCS). Lo studio ha analizzato i dati di 10.528 pazienti, ricoverati tra il 2013 e il 2018 col tipo più grave di infarto: del miocardio con sopra-slivellamento del segmento St (Stem) che si verifica quando l’arteria coronaria principale è bloccata. Commenta Giovanni Esposito, Professore di cardiologia alla Federico II di Napoli e presidente nazionale Gise: “In precedenza si è evidenziato che a giocare un ruolo determinante sarebbe il ritmo circadiano, che regola il ciclo del sonno e della veglia. A inizio settimana si associano tre fattori di rischio cardiovascolare legati al ritmo circadiano: carenza di sonno, orari sballati e stress di inizio settimana. Una sorta di jet-lag sociale che aumenta il rischio infarto nei soggetti più vulnerabili”. Di lunedì si sballano gli “orologi biologici” periferici, presenti in quasi tutti gli organi, cuore compreso. E lo stile di vita nel fine settimana può determinare un incremento della pressione, o degli zuccheri e lipidi nel sangue. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Conviene tagliare dal lavoro il lunedì, anziché il venerdì”.
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